In occasione di SIMEI (Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento) la fiera leader mondiale nella tecnologia del vino, dal 3 al 6 novembre 2015 verrà organizzata la prima edizione di ENOVITIS BUSINESS, un nuovo format di evento interamente dedicato al vigneto.
Dal 1997 Unione Italiana Vini con il brand ENOVITIS organizza eventi dedicati al comparto dei prodotti, attrezzature e servizi per la viticoltura e l’olivicoltura. Sotto il brand Enovitis Unione Italiana Vini – la principale Associazione del settore vitivinicolo – e Veronafiere – la piattaforma fieristica italiana a respiro internazionale più prestigiosa nell’ambito agricolo – hanno siglato una partnership per raggiungere l’obiettivo di diventare insieme il riferimento europeo per la promozione delle tecnologie per la viticoltura.
“L’impegno di UIV per una viticoltura sostenibile riguarda anche la promozione delle tecnologie.” sottolinea Francesco Pavanello, Direttore Generale di Unione Italiana Vini “Per diffondere efficacemente l’innovazione tecnologica in viticoltura è stato perfezionato il Sistema ENOVITIS che si articola in eventi sinergici sviluppati in 3 format: uno espositivo in Fieragricola, uno applicativo in campo e uno focalizzato sul business matching. La prima edizione di quest’ultimo format, ENOVITIS BUSINESS, avrà come obiettivo l’organizzazione di un’agenda che metterà in contatto il meglio delle proposte del mercato nazionale ed internazionale con un audience di 300 top client italiani e esteri”.
ENOVITIS BUSINESS sarà un appuntamento inedito di networking, studiato per garantire a visitatori ed espositori nuove opportunità di business ed un imperdibile occasione di aggiornamento professionale grazie all’intenso programma formativo: agricoltura di precisione, gestione d’impianto e di paesaggio, suolo-fertilità-acqua, gestione finanziaria, della pianta, dello stato sanitario, della vendemmia. Questi i temi del Workshop Innovation di ENOVITIS BUSINESS, patrocinato dal Conaf (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali) che durante i quattro giorni della manifestazione saranno affrontati da autorevoli relatori, esponenti della ricerca accademica e privata, con l’obiettivo di dare risposte concrete ai bisogni della viticultura moderna.
BUSINESS 2015: il sito www.enovitis.it consente l’immediata registrazione alla manifestazione e alle sessioni del Workshop Innovation, oltre alla prenotazione di incontri con gli espositori di interesse. Un servizio utile e dinamico, una vera e propria agenda virtuale per garantire la migliore qualità dell’esperienza in fiera e la massima ottimizzazione del tempo sia in ingresso che durante la visita.
Per maggiori informazioni: www.enovitis.it www.simei.it
La geopolitica dei Master of Wine: con 19 new entry lautorevole ed influente organizzazione inglese tocca quota 340. Con oltre 200 in Uk, 38 in Usa e 23 in Australia. E solo 14 tra Francia (13), Spagna (1) e Italia (ancora a zero) ...
La “geopolitica” dei Master of Wine Tocca quota 340 membri (da 24 Paesi) il ristrettissimo club dei Master of Wine, l’organizzazione inglese ritenuta la più influente nel business del vino mondiale, grazie all’autorevolezza e ai ruoli chiave nell’editoria, soprattutto, nel commercio che i suoi membri ricoprono. 19 i “promossi”, numero record nell’ultima sessione del difficilissimo esame per diventare Master of Wine, con l’Italia ancora senza nessun rappresentante nell’associazione, dopo il tentativo andato a vuoto del direttore di “Civiltà del Bere” Alessandro Torcoli.
Dei nuovi Master of Fine, 5 arrivano dal Regno Unito (Victoria Burt, Richard Hemming, Emma Symington, Dawn Davies e Sarah Knowles), 3 dalla Germania (Romana Echensperger, Konstantin Baum e Janek Schumann), 2 per Paese da Canada (Marcus Ansems ed Eugene Eugene Mlynczyk) e Australia (Andrea Pritzker e Wendy Cameron), e poi uno a testa da Stati Uniti (Mollie Battenhouse), Irlanda (Lynne Coyle), Grecia (Yiannis Karakasis), Finlandia (Taina Vilkuna), Giappone (Kenichi Ohashi), Nuova Zelanda (Rebecca Gibb) e, per la prima volta, Singapore (Ying Tan). New entry che, per altro, vanno a confermare la “geografia politica” dell’organizzazione, guardando alla quale spicca il risicato peso che ricoprono due dei Paesi più importanti del vino mondiale. Con l’Italia, che oltre a non avere nessun Master of Wine “made in Italy”, non ne ha neanche uno che ci lavori stabilmente, e la Spagna, che ne conta solo uno “permanente” nel Paese Iberico, Norrel Robertson. Tanto per dare un’idea, lo stesso numero che possono vantare Bermuda, Egitto e Ungheria, a guardare l’elenco sul sito www.mastersofwine.org.
Va un po’ meglio alla Francia, che conta 13 Master of Wine residenti nel Paese, ma che, vista l’importanza che l’“esagono” riveste nello scacchiere enoico mondiale, non sono poi molti se paragonati ai 23 dell’Australia e agli 11 della Nuova Zelanda, o ai 10 che mettono insieme Germania (7) e Austria (3). Inutile dire che, vista l’origine dell’organizzazione e l’importanza del Regno Unito come hub del commercio enoico, dominano per numero i Master of Wine Uk, che sono oltre 200, e che staccano nettamente gli Stati Uniti, al secondo posto 38. Guardando ai mercati del Nord Europa, sempre più importanti, Norvegia, Finlandia, e Belgio contano 3 Master of Wine a testa, seguiti dalla Svezia e dai Paesi con 2. E l’Asia? 2 Master of wine “residenti” a testa per Hong Kong e Singapore, e uno per il Giappone.
Numeri che, al di là della loro esattezza (mancano sul sito gli ultimi aggiornamenti) raccontano di quanto una delle organizzazioni più influenti nel mercato mondiale del vino sia ancora fortemente “anglo-centrica”.
Toscana Si prospetta una buona annata La vendemmia verso i 47 min di ettolitri, I0% sul 2014 Anche se non si può mai dire niente di definitivo fino a che l'uva non è in antina, la vendemmia 2015 già avviata in tutta Italia è partita con ottime prerogative.
Come dato complessivo, Assoenologi stima una produzione tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino, 10% rispetto al 2014. «Fatta eccezione della Toscana (-5%), della Lombardia e della Sardegna (produzione uguale al 2014), tutte le altre regioni registrano un incremento produttivo oscillante da 5% (Emilia Romagna) a 25% (Puglia)», commenta Giuseppe Martelli di Asso-enologi. Nel dettaglio delle singole realtà, a Todi (Pg) la Cantina Roccallore ha avviato la raccolta. «Abbiamo iniziato con almeno una decina di giorni di anticipo rispetto alle altre annate», commenta il titolare Luca Baccarelli. Un anticipo dovuto al caldo ma che ha compromesso la qualità. «Si poteva pensare che con il caldo di luglio e agosto potesse mandare in stress le viti, ma nel terreno c'erano riserve idriche. Se continuerà per una decina di giorni il clima attuale con sole e aria asciutta avremo una grande annata», sostiene Giuseppe Liberatore del consorzio del Chianti Classico. A Montepulciano (Si) è ancora presto per dire che annata sarà per il Prugnolo gentile che maturerà tra una settimana e che produrrà il Nobile. Chi guarda con grande ottimismo alla vendemmia appena iniziata è Lamberto Frescobaldi. «Ci sono tutte le premesse per una vendemmia a cinque stelle. Saranno infatti decisive le prossime settimane e se il tempo sarà clemente, avremo una grande annata, sia per i bianchi che per i rossi». Se si scende in Puglia, «I vigneti sono in una situazione ottimale, la maturazione è in tempi giusti e non anticipata e la vendemmia si preannuncia molto positiva come forse non accadeva da qualche anno», spiega Nicola Leo, enologo della Cantine Paolo Leo a San Donaci. Buona l'annata anche per le bollicine. Anche se c'è stata qualche apprensione per il Prosecco Docg dovuto al caldo di luglio adesso è tutto nella norma. Bene anche in Franciacorta. Per Arturo Ziliani, enologo e ad di Ber-lucchi, «Questa annata, «figlia del sole», ci darà probabilmente vini base Franciacorta complessi e strutturati, con acidità equilibrate»
DI ARTURO CENTOFANTI
Fonte: Italiaoggi