Infowine7.12: diritti impianto, ismea, osservatorio

Vigneti, scattano le autorizzazioni all’impianto

Vino. Il provvedimento del governo. Approvato ieri dal Consiglio dei ministri il decreto del ministero per le Politiche agricole che disciplina il nuovo sistema delle autorizzazioni all’impianto dei vigneti.

Lo strumento che dall’1 gennaio 2016 sostituirà gli attuali diritti di impianto (i titoli che è necessario detenere insieme alla proprietà dei terreni per produrre vino). Le autorizzazioni, al contrario dei diritti di impianto, non potranno più essere commercializzate e l’unica possibilità che i produttori avranno per realizzare nuovi impianti sarà quella di attingere al plafond dell'1% del vigneto nazionale (all’incirca 6.400 ettari l'anno) reso disponibilo con appositi bandi dagli Stati membri. Col decreto approvato ieri vengono fissati i criteri d’accesso al plafond di nuove autorizzazioni. Un punto sulla normativa relativa agli impianti dei vigneti è stato tracciato a Verona, nell’ambito della manifestazione wine2wine, in un workshop organizzato da Veronafiere con l'Unione italiana vini. Le nuove regole sono il risultato di un iter complesso che parte dal 2009. Va infatti ricordato che la riforma Ocm del 2009 aveva introdotto in Europa una totale deregulation dei vigneti, con la cancellazione di tutti gli strumenti di controllo e gestione della produzione. E solo dopo la levata di scudi dei principali paesi produttori, Italia e Francia su tutti, Bruxelles tornò sui suoi passi accogliendo la richiesta di mantenere un sistema di gestione del potenziale produttivo del vino con le autorizzazioni all'impianto. «Un meccanismo – ha spiegato Roberta Sardone del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) – che grazie al plafond dell’1% l’anno di nuove licenze potrebbe consentire di fronteggiare il trend di progressivo calo delle superfici che tra il 2012 e il 2014 si sono ridotte dello 0,5% in Europa e dello 0,7% in Italia». Un’opzione importante quindi ma i cui criteri di gestione al momento ancora non sono stati fissati. «In Europa – ha spiegato il direttore del Ceev (l’associazione delle industrie viticole europee) Ignacio Sanchez Recarte – fino al decreto Mipaaf solo Germania e Spagna avevano disciplinato il rilascio delle nuove

LE NUOVE REGOLE

Ogni anno saranno rilasciate nuove licenze per 6.400 ettari, l’1% del potenziale nazionale; Castelletti (Uiv): il tetto è insufficiente autorizzazioni. In particolare la Spagna ha deciso di riservarle quasi esclusivamente ai giovani viticoltori. Una scelta forse troppo ristretta». «Bene il varo del nuovo decreto – ha aggiunto il segretario generale dell’Unione italiana vini, Paolo Castelletti –. Tuttavia ci preme sottolineare che il plafond dell’1% di nuove licenze ci sembra inadeguato.

I recenti fenomeni registrati in Italia come il Prosecco e il Pinot grigio rischiano di assorbire da soli e per i prossimi anni tutte le nuove autorizzazioni cancellando la possibilità di far fronte alle esigenze di nuovi impianti in altre aree del Paese. È importante modificare al rialzo quel tetto in una revisione di medio termine che auspichiamo prima della data già fissata da Bruxelles per il 2023».

 

Autore: Giorgio dell’Orefice

Fonte: Sole24Ore


EXPORT DEI VINI D’ITALIA: boom delle bollicine.

Dati Ismea A portata di mano il traguardo dei 5,5 miliardi di euro

È sempre più a portata di mano il traguardo dei 5,5 miliardi di euro di fatturato all’estero delle cantine italiane. L’aggiornamento ad agosto dei dati dell’export vinicolo diffusi dall’Istat, indicano un incremento del 6% sul corrispondente periodo del 2014, portando gli introiti del settore a 3,39 miliardi di euro. È quanto si evince dal trimestrale Ismea tendenze relativo al Vino.

Le elaborazioni Ismea confermano la battuta d’arresto dei flussi in volume determinato essenzialmente dai vini sfusi. Prosegue al contrario il boom della spumantistica, con un quantitativo poco al di sotto di 1,6 milioni di ettolitri (+16% su base annua) per un controvalore di 556 milioni di euro (+18%). A trainare il segmento, gli “altri spumanti Dop”, voce al cui interno è preponderante il Prosecco e che ha messo a segno un balzo in avanti di oltre il 30% sia a volume che a valore.Sul fronte produttivo, prosegue il tendenziale di Ismea, le prime stime dell’OIV attestano la produzione mondiale 2015 a 276 milioni di ettolitri, il 2% in più sull’anno prima, con un quantitativo targato Ue di circa 170 milioni, in lieve crescita sul 2014.

Tra i big in Europa, oltre al dato positivo dell’Italia (+12% come stimato da Ismea e Uiv), avanza, contrariamente alle attese di settembre, anche la Francia (+2%), mentre subisce un calo di un certo peso la produzione iberica (-8%), indicata a 37 milioni di ettolitri. Una situazione affatto omogenea emerge anche fuori dai confini comunitari. Gli Stati Uniti, nonostante i problemi di siccità sopportati durante l’estate, superano di poco i 22 milioni di ettolitri (+1%), mentre in Sudamerica la vendemmia 2015 ha ridotto notevolmente il gap tra Argentina e Cile; la prima, infatti, ha avuto una produzione di 13,4 milioni di ettolitri (-12%) a fronte dei 12,9 milioni di ettolitri cileni (+23%). Australia e Sud Africa, rispettivamente con 12 e 11,3 milioni di ettolitri, restano sugli stessi livelli del 2014, mentre è la Nuova Zelanda ad aver registrato una decisa battuta d’arresto (-27%) dopo un 2014 da record con 3,2 milioni di ettolitri. Il 2015, sempre secondo stime Oiv, potrebbe essere anche l’anno della ripresa dei consumi mondiali di vino dopo la frenata del 2014.

Spostando di nuovo il campo di osservazione in Italia, si è osserva da ottobre un prima ripresa dei prezzi all’origine dei vini, dopo un avvio di campagna molto deludente. È ancora troppo presto per parlare di un’inversione di tendenza, sottolinea l’Ismea, ma la minore pressione competitiva del prodotto spagnolo – specie nel segmento dei vini comuni, da sempre il più esposto alle dinamiche internazionali – , potrebbe influire positivamente sull’andamento futuro dei listini nazionali.

 

+Info: http://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/9704
 


L’Osservatorio del Vino vede la luce

L’Osservatorio del Vino vede la luce: la presentazione ufficiale il 10 dicembre al Ministero delle Politiche Agricole, con Domenico Zonin, presidente Uiv, Raffaele Borriello, dg Ismea, e Andrea Rea, responsabile wine management lab Sda Bocconi

Nel mondo enoico italiano se ne parla da tempo, e adesso la nascita dell’Osservatorio del Vino ha anche una data ufficiale: il 10 dicembre, nella Sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole, il progetto, elaborato e promosso da Unione Italiana Vini, con la partnership strategica di Ismea e Sda Bocconi - Wine Management Lab, e la partecipazione tecnica di Wine Monitor - Nomisma, verrà presentato da Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini, Raffaele Borriello, direttore generale Ismea, e Andrea Rea, responsabile wine management lab Sda Bocconi.
Ma ci sarà spazio anche per gli approfondimenti di Fabio del Bravo di Ismea, con la relazione “Acquisti di vino in Gdo: tendenze 2015”, Silvia Zucconi di Nomisma Wine Monitor, con lo studio “Tendenze e prospettive dei consumi di vino “away from home”: le principali evidenze della survey sui consumatori italiani”, e Denis Piantini di Nomisma Wine Monitor, con “Il tracking del canale on trade in Italia: risultati e tendenze”.
“Il progetto dell’Osservatorio - commenta Domenico Zonin, presidente Uiv - nasce sulla scia di una collaborazione quasi ventennale tra Uiv ed Isme nel rilevamento ed analisi di alcuni dati del settore con l’obiettivo di allargarne la base di monitoraggio del mercato e integrarla con analisi di marketing ed indicazioni strategiche utili per le imprese”.

Focus - Domenico Zonin: “bene il decreto sul nuovo sistema di autorizzazioni per impianti viticoli”
“Desidero ringraziare il Ministro Martina per aver sbloccato la situazione, consentendo di approvare in Cdm questo importante decreto il cui contenuto riprende le indicazioni che Unione Italiana Vini aveva evidenziato fin dall’inizio dell’anno rispetto all’implementazione nazionale del sistema a partire dal 2016. Attenzione, però, al plafond dell’1% di nuove autorizzazioni (circa 6.400 ettari all’anno di nuovi vigneti in Italia) previsto dalla normativa comunitaria: potrebbe risultare insufficiente, poiché il nostro Paese ha perso mediamente nell’ultimo decennio 8-9.000 ha di vigneto all’anno”. Così Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini, commenta il decreto sul nuovo sistema di autorizzazioni per impianti viticoli approvato il 4 dicembre dal Consiglio dei Ministri, che prenderà il via a partire dall’1 gennaio 2016, e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2030, dando attuazione alla disciplina europea.
“Fino al 2020 si dovrà monitorare la conversione dei diritti di reimpianto (50.000 ettari in portafoglio delle aziende) - aggiunge il presidente Domenico Zonin - per evitare di perdere ulteriore potenziale viticolo a causa degli abbandoni da parte dei viticoltori che per motivi economici o legati all’età non sono più incentivati a investire in vigneto. Se il sistema presenterà disfunzionalità dopo i primi due anni di attuazione - conclude il presidente Domenico Zonin - non attenderemo il 2023 quando, da Regolamento, la Commissione dovrà fare la prima valutazione, ma chiederemo alla Dg Agri di rivedere il sistema in occasione della mid term review della Pac, prevista per il 2017”.

Fonte: Winenews

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