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Il giallo dei finanziamentiperpromuovere i vini

IL CASO UN ESEMPIO DI UTILIZZO DELLE RISORSE EUROPEE: I CONTRIBUTI DELLA MISURA 133 DESTINATI A FAR CONOSCERE LE PRODUZIONI LOCALI

 Un contributo da 179mila euro erogato a un'associazione fondata lo stesso giorno del bando.

La corsa all'utilizzo ai fondi europei spesso trascura la qualità della spesa E innesca anche clamorose coincidenze. Come ad esempio un'associazione che inizia l'attività lo stesso giorno della pubblicazione di un bando per i contributi e, grazie a un provvidenziale allargamento delle maglie, porta a casa 179mi1a euro di fondi europei destinati ad operazioni promozionali. 1128 maggio scorso l'assessorato all'Agricoltura ha pubblicato il bando perla misura 133, «Attività di informazione e promozione». Sono poco meno di 3 milioni di euro da impiegare per la diffusione «della conoscenza delle produzioni di qualità presso i diversi soggetti del mercato» e per la «partecipazione a manifestazioni, fiere, esposizion ». Quello stesso 28 maggio viene dichiarato l'inizio attività di una associazione che si chiama Puglia tn Rosé. Ha sede a Bari, in centro. Presidente risulta un certo Massimo Baldini, direttoreè Lucia Nettis, che per l'assessorato all'Agricoltura già si occupa del concorso enologico nazionale dei vini rosati. 11 bando della misura 133 era destinato alle «associazioni di produttor o: Puglia tn Rosé è una associazione culturale. Ma, soprattutto, il bando prevede la verifica di «soggetto affidabile»: «i controlli amministrativi sulle domande di aiuto devono comprendere la verifica dell'affidabilità del richiedente in base ad eventuali altre operazioni cofmanziate che ha realizzato a partire dall'anno 2000». Chissà come fa un'associazione fondata lo stesso giorno del bando a garantire che terrà fede agli impegni assunti con la domanda. Anche perché la Regione, oltre a chiedere che le iniziative finanziate con la misura 133 si concludano entro il 31 ottobre (sempre per lo stesso problema della rendicontazione), ha anche disposto la possibilità di erogare anticipi entro il 31 dicembre senza chiedere - come si fa in molti altri casi - una fideiussione a garanzia. Senz'altro non sarà questo il caso. Ma immaginiamo per ipotesi che una associazione, che non ha alcun patrimonio, incassi un contributo pubblico e sparisca: la Regione non avrà alcun modo di tutelarsi. E chi ha firmato l'atto di liquidazione rischia di risponderne davanti alla Corte dei Conti.

 

Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno


“The Wine Intelligence Compass Report 2015-16”

Sono gli Usa il mercato più attraente al mondo per il commercio enoico, mentre il Giappone sale fino alla posizione n. 3, la Gran Bretagna torna nella top 5 e la Cina scende alla n. 6: così il “The Wine Intelligence Compass Report 2015-16”

Sono ancora gli Stati Uniti il mercato più attraente al mondo sia per il commercio enoico che per gli investimenti sul vino in generale, mentre il Giappone sale fino alla posizione n. 3, la Gran Bretagna torna nella top 5 e la Cina scende alla n. 6: a dirlo è il “The Wine Intelligence Compass Report 2015-16”, che per il terzo anno ha messo in fila i diversi mercati del mondo, determinandone il grado di attrattività in base ad una combinazione di criteri economici relativi al commercio enoico, compresa la facilità di fare business e la linearità della filiera commerciale (www.wineintelligence.com). Nonostante la struttura distributiva contorta e frammentaria, gli Usa rimangono così la scommessa vincente, grazie ad un’economia in espansione e ad un cambio delle abitudini dei consumatori che si stanno spostando sempre di più verso il vino.
Dietro gli Stati Uniti, la Germania rimane il secondo mercato, grazie a consumi enoici particolarmente solidi e ad ottime performance economiche complessive. Rientrano in top 5, come detto, il Giappone (n. 3) ed il Regno Unito (n. 4), che hanno beneficiato della ripresa economica degli ultimi 2 anni e, nel caso del Giappone, anche di un andamento più sostenuto nella crescita dei consumi di vino. La Cina, invece, scivola alla posizione n. 6, a causa del significativo raffreddamento del mercato del vino importato negli ultimi due anni, figlio delle misure anticorruzione del Governo di Pechino, che hanno affossato i fine wine, a partire dalle grandi bottiglie di Bordeaux, ma anche di un evidente rallentamento della crescita economica nel Paese. Nonostante ciò, la Cina resta una scommessa forte a lungo termine, e si prevede un ritorno nella top 5, specie se la classe media inizierà a considerare il vino come un prodotto da consumo quotidiano.
“I Paesi produttori - commenta Luis Osorio, Senior Research Analyst di Wine Intelligence ed autore del report - sono costretti a esportare più di quanto non sia mai avvenuto prima, perché cresce la domanda nei Paesi emergenti e declina quella interna. Questo rapporto è stato progettato proprio per aiutare gli esportatori a destinare al meglio le loro risorse di marketing su mercati (spesso difficili da valutare con precisione e rapidità) dalle prospettive di vendita migliori, e dove ci siano ancora opportunità di crescita”.

 

Fonte: Winenews


Vendemmia 2015 in Franciacorta

È iniziata la vendemmia 2015 in Franciacorta, tra i territori top per gli spumanti italiani, con il conforto del mercato: +10,6% in Italia e +8,4% all’export nel primo semestre 2015 (sul 2014), dice il Consorzio del Franciacorta

Da oggi si vendemmia in Franciacorta, uno dei territori top per gli spumanti italiani. Dopo l’annuncio della griffe Castello Bonomi, arriva anche la voce ufficiale del Consorzio del Franciacorta (www.franciacorta.net): condizioni ottime, i primi vigneti ad essere pronti sono quelli “a Sud del Monte Orfano”.

“Il potenziale produttivo del vigneto Franciacorta è quest’anno tornato ad essere quantitativamente piuttosto generoso dopo ben tre stagioni meno munifiche - dichiara Silvano Brescianini, vice presidente Consorzio Franciacorta - e anche sul piano della qualità le premesse sono estremamente positive. Le soddisfazioni inoltre aumentano grazie al grande impegno nella ricerca del continuo miglioramento della qualità delle uve e del rispetto dell’ambiente e della natura. Quest’anno raggiungeremo il 50% della superficie coltivata a uve biologiche, risultato di cui siamo molto fieri”.
Intanto, confortano le cifre di mercato: +10,6% in Italia e +8,4% all’export nei primi 6 mesi 2015 sul 2014, con il Giappone che si conferma mercato straniero n. 1 per il Franciacorta.

 

fonte: Winenews

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