Wine Store Design Lighting Furniture
Via G. Mazzini 91/A/116 36027
Rosà (Vicenza)
L'artigianalità italiana è l'essenza dei nostri prodotti che sono la sintesi della brillante creatività di designers, con grande esperienza nel...
Il Beverage è uno dei settori trainanti dell’economia mondiale e Hospitality-Il Salone dell’Accoglienza, la fiera internazionale leader in Italia nell’ospitalità e ristorazione in programma a Riva del Garda dal 5 all’8 febbraio 2024, dedica ampio spazio a questo segmento sia nel percorso espositivo che attraverso un’articolata serie di attività formative. Il mercato della distribuzione nel canale Horeca, in Italia, riveste infatti un ruolo strategico, con 3.800 imprese, oltre 60.000 addetti e 17 miliardi di euro di fatturato. Secondo l’ultimo rapporto Censis-Italgrob, in particolare, il comparto dei distributori bevande nel 2022 ha registrato un risultato positivo, con un +18% di fatturato e una crescita di volumi di circa il 9% rispetto all’anno precedente. Proprio per questo, il padiglione C3 di Hospitality rappresenta una vetrina esclusiva e completa sul mondo delle bevande con grossisti, fornitori e produttori di birra, liquori, acqua, torrefazioni e caffè, cantine, infusi, succhi e bevande analcoliche per offrire le migliori soluzioni del beverage Ho.Re.Ca. e incontrare le diverse esigenze ed i gusti di tutti gli ospiti. E per una panoramica completa e approfondita sull’arte della miscelazione, sulla birra artigianale e sull’enoturismo, il padiglione B4 è interamente dedicato alle aree speciali RPM - Riva Pianeta Mixology, Solobirra e Winescape che ogni anno si arricchiscono di novità e crescono sia nell’offerta espositiva che con eventi e formazione. Grazie alla partecipazione dei Vignaioli Indipendenti nello “Spazio Vignaiolo”, a cura del Consorzio Vignaioli del Trentino in collaborazione con alcune delegazioni locali FIVI - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, l’area Winescape 2024 si presenta ancora più ricca. “Questa partnership, nata lo scorso anno, cresce e si consolida e permetterà ai visitatori della fiera di vivere esperienze sensoriali uniche con i grandi prodotti di qualità del Trentino e non solo. I vignaioli saranno presenti con oltre 120 aziende vitivinicole e porteranno all'attenzione degli operatori ho.re.ca nazionali i vini e il territorio, trasmettendo l'attrattività dei luoghi di produzione”, commenta Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi. Lo “Spazio Vignaiolo” ospiterà oltre 125 Vignaioli Indipendenti per incontrare il mondo della ristorazione trentina, veneta e lombarda con banchi di assaggio, incontri, laboratori e degustazioni. Lo spazio vedrà la presenza fissa di 50 aziende trentine, oltre a 25 aziende altoatesine, 25 trevigiane, 25 lombarde che si alterneranno nei quattro giorni di manifestazione. I vini trentini si potranno degustare in tutti i giorni della manifestazione; saranno invece presenti: lunedì 5 febbraio 2024 i Vignaioli dell’Alto Adige; martedì 6 febbraio i Vignaioli di Treviso; mercoledì 7 febbraio i Vignaioli dell’Oltrepò Pavese, per concludere giovedì 8 febbraio con dei banchi d’assaggio territoriali. Per quanto riguarda l’altra area di eccellenza di Hospitality, RPM - Riva Pianeta Mixology, oltre alle consuete proposte di produttori e distributori di grappe, distillati e spiriti e di realtà specializzate negli accessori per il bartending, la proposta sarà arricchita da degustazioni, masterclass gratuite con le aziende e dalla partecipazione dei più esperti e talentuosi mixologist del panorama nazionale e internazionale che si alterneranno nel programma di educational per bartender e professionisti di ristorazione e hôtellerie che si svolgeranno nelle prime tre giornate di fiera. Grazie a grandi maestri, veri e propri ambasciatori della mixology come Samuele Ambrosi, Giorgio Fadda, Lucia Montanelli, Luca Picchi, Leonardo Pinto e Leonardo Veronesi, sarà possibile scoprire le ultime tendenze, strumenti, tecniche di miscelazione e materie prime di qualità, indispensabili per preparare cocktail inimitabili. Interessanti i focus su alcuni ingredienti come rum, grappa e whisky, sempre più utilizzati nei drink e gli approfondimenti sulla miscelazione Tiki e tropicale. L’ultimo giorno di fiera, giovedì 8 febbraio, la RPM Arena si trasformerà nel palco perfetto per il Concorso Nazionale AIBES - Associazione Italiana Barmen E Sostenitori dedicato alle giovani leve degli istituti alberghieri e professionali, che rappresentano il futuro dell’arte della miscelazione e del mondo del bar. Infine, per quanto riguarda Solobirra, l’area di riferimento del comparto brassicolo italiano e internazionale per valorizzare la cultura della birra artigianale, la grande novità di Hospitality 2024 è rappresentata dalla partecipazione della collettiva di birrifici artigianali bavaresi “Bayerisches Bier IGP”, grazie al co-finanziamento del Ministero dell'Alimentazione, dell'Agricoltura, delle Foreste e del Turismo della Baviera, e alla collaborazione stretta da Riva del Garda Fierecongressi con il Bayerischer Brauerbund (Associazione dei birrifici bavaresi). “Oltre ai numerosi eventi, degustazioni e incontri formativi che durante le giornate della manifestazione animeranno la Beer Arena per approfondire i temi più attuali grazie al contributo di mastri birrai, biersommelier e professionisti del settore, quest’anno abbiamo stretto un accordo che rientra nell’ambito del programma per l’export del Ministero bavarese. A conferma della sua declinazione internazionale e di hub di business, a Hospitality porteremo dalla Baviera anche alcuni piccoli birrifici indipendenti con una produzione annua massima di 200.000 ettolitri, che avranno la possibilità di far degustare le proprie birre a buyer italiani in occasione de La Giornata dei Birrifici Bavaresi – Bayerisches Bier IGP di martedì 6 febbraio.” – conclude Giovanna Voltolini, Exhibition Manager di Hospitality-Il Salone dell’Accoglienza.
Tra luminarie, alberi di Natale e vetrine addobbate, si respira già aria di festa. L’atmosfera incantata entrerà nel vivo con il lungo weekend dell’Immacolata, dedicato a viaggi, relax e regali.
Venerdì 8 dicembre l'azienda di Termeno accoglierà visitatori e appassionati per una giornata dedicata a banchi d’assaggio, degustazioni guidate e prodotti artigianali locali.
Giovedì 30 novembre presso il salone della Banca di Asti si è tenuto il convegno dal titolo “Cambiamento climatico e sostenibilità economica nel settore vitivinicolo” promossa dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e dalla Banca di Asti. “Questa conferenza rappresenta per il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato solo il punto d’inizio di una lunga strada che vogliamo percorrere, il problema c’è e va affrontato. La giornata dimostra come il Consorzio non guardi solo alla promozione ma anche alla tutela del territorio, perché questo tema riguarda e riguarderà tutto il tessuto economico locale nonché la società nel suo complesso” afferma Vitaliano Maccario, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Il convegno, moderato da Luca Ferrua, direttore di diverse testate del gruppo Gedi, ha visto protagonista un illustre parterre di ospiti. Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico di grande fama, ha aperto la conferenza parlando dell’innalzamento delle temperature che si sta verificando sul nostro pianeta, un fenomeno che sta registrando ormai ogni anno record storici sia nella terraferma, sia nei mari. Conseguenti all’aumento delle temperature sono la riduzione dei ghiacciaci – basti pensare che i laghi alpini si sono ritirati nell’ultimo secolo di oltre il 60% - il verificarsi di fenomeni metereologici estremi come i grandi periodi siccitosi alternati a forti fenomeni alluvionali, la perdita della biodiversità e l’arrivo di alcune specie aliene che disturbano quelle già presenti. “Oggi tutto il mondo guarda al problema del cambiamento climatico con particolare attenzione. Dobbiamo essere consapevoli che abbiamo ancora la possibilità di agire positivamente per cambiare il nostro futuro e quello del pianeta, ma è necessario che la transizione ecologica venga spinta il più possibile per far in modo che i danni vengano contenuti, e questo problema venga arginato. È possibile virando verso le nuove tecnologie, fermando la cementificazione e facendo una scelta etica nella vita di tutti i giorni” – chiosa Luca Mercalli. Ha poi preso la parola Luigi Bavaresco, professore di Viticoltura all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che ha affrontato il tema relativo al binomio agricoltura e cambiamento climatico. A causa del sostanziale aumento delle temperature e dei periodi siccitosi, si sono registrate alcune lievi variazioni, destinate ad accentuarsi nel corso degli anni, l’anticipazione delle fasi fenologiche della vite e il cambiamento delle caratteristiche organolettiche dell’acino, tra le quali l’aumento del residuo zuccherino nelle uve e la diminuzione dell’acido malico presente nell’acino. Diverse le soluzioni proposte dalle ricerche scientifiche in materia, tra le più importanti: Dal punto di visto genetico, è in corso una sperimentazione per recuperare e sfruttare la variabilità intravarietale di un vitigno per sperimentare il loro comportamento in rapporto al cambiamento climatico. In tal senso, il Consorzio ha da poco dato il via ad AGEBA, studio incentrato sul recupero e la valorizzazione del germoplasma antico della varietà Barbera per sperimentare il suo comportamento in rapporto al cambiamento climatico. La potatura tardiva è un altro strumento volto a posticipare la fase di gemmazione, ed evitare i danni causati dalle sempre più frequenti gelate primaverili. La sperimentazione di trattamenti fogliari in vigneto con biostimolanti a base di idrolizzati nei momenti di maggiore stress termico e idrico della pianta può contribuire poi a mitigare gli effetti negativi dello stress sulla pianta. La manipolazione del DNA delle cellule (TEA) in vitro secondo le necessità richieste può supportare nella creazione di piante resistenti alla siccità e allo stress idrico. Una migliore gestione della chioma e del suolo, attraverso tecniche specifiche quali la pacciamatura, l’utilizzo di compost in vigneto, l’inerbimento dei filari, possono evitare un utilizzo intensivo del suolo. Infine, il professor Mario Fregoni, titolare della Cattedra di Viticoltura presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e attualmente Presidente onorario e membro del Consiglio Scientifico dell’OIV, ha parlato della sperimentazione in corso sulla Vitis Vinifera franca di piede in rapporto alla resistenza agli stress idrici e termici. Interventi da parte della Banca di Asti con la Dott.ssa Cristina Mobiglia responsabile Ufficio Marcketing Imprese che ha parlato dei rischi climatici e ambientali in ottica finanziaria e con il Dott. Francesco Degiovanni, responsabile dell’Ufficio Commerciale della Banca di Asti, che ha concluso il convegno dichiarando il pieno sostegno della Banca alle imprese con diversi plafond dedicati a danni causati da calamità naturali e alle iniziative volte al risparmio idrico e agli investimenti sulle fonti rinnovabili. IL CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI MONFERRATO Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, fondato nel 1946, ha il compito di tutelare e promuovere le sue denominazioni per garantire la loro diffusione e la loro immagine sui mercati nazionali e internazionali, anche attraverso appositi marchi distintivi. Attualmente il Consorzio conta più di 400 aziende associate e 13 denominazione tutelate
Tenuta Stella presenta il suo nuovo stile, anche dal punto di vista estetico l’anima delle etichette è sempre più in accordo con i principi della cantina friulana: sostenibilità e rispetto per l’ambiente.
Il 30 novembre, presso la Banca di Asti, si terrà un convegno tutto dedicato ai temi delle conseguenze del cambiamento climatico in ambito agricolo e delle ricerche in corso per affrontare la problematica.
Novità dell’edizione 2024 sarà infatti VinNatur Bistrot, area food collocata all’interno dell’evento e coordinata da Simone Vesuviano e Matteo Rebora, chef di Acciughetta. Da quasi 10 anni sia la trattoria sia il ristorante che portano questo nome sono rinomati per le proposte che reinterpretano la cucina di pesce ligure in chiave contemporanea e fantasiosa, attingendo allo studio delle tecniche, agli ingredienti e alle ricette tradizionali, attualizzate e rinfrescate. In questo spazio i visitatori potranno gustare piccoli piatti caldi e freddi in forma di tapas. Nei due giorni si uniranno altri volti noti del panorama ligure, scelti tra coloro che già apprezzano i vini naturali e li propongono nei propri locali: la domenica saranno presenti Matteo Dimoro del Ristorante Ortica e Israel Feller del Boccon Divino, il lunedì Ivan Maniago di Impronta d’Acqua, Simone Circella de La Brinca e Matteo Losio della Trattoria Detta Del Bruxaboschi. A completare l’offerta gastronomica la Torrefazione Lady Cafè, laboratorio artigiano del parmense che seleziona le migliori qualità di caffè provenienti da piccole piantagioni e le lavora con il metodo della tostatura a fiamma diretta, e la cooperativa agricola biologica Valli Unite di Costa Vescovato (AL). I banchi d’assaggio della manifestazione accoglieranno 93 produttori di vino naturale provenienti da Austria, Spagna, Francia e Ungheria e da 18 regioni italiane. La lista completa degli espositori è disponibile sul sito dell’Associazione. Previsti alcuni momenti di approfondimento dedicati ai vini ottenuti da una viticoltura che esegue il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina. Domenica 21 gennaio l’enologo Giacomo Buscioni condurrà una masterclass dedicata ai vini difettati, per insegnare a riconoscerne le caratteristiche più comuni. Nella giornata di lunedì 22 gennaio si terranno invece due tasting condotti da Samuel Cogliati Gorlier, giornalista e divulgatore italo-francese. VinNatur Genova in breve: Quando: domenica 21 e lunedì 22 gennaio 2024 Dove: Magazzini del Cotone – Porto Antico di Genova Orario di apertura al pubblico: entrambi i giorni dalle 10.00 alle 18.00 Ingresso: 20 euro giornaliero comprensivo di calice per degustazioni e guida dell’evento, 35 euro per entrambe le giornate (ticket acquistabili solo in loco). I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni Info utili per chi arriva in treno: – da Stazione Genova Piazza Principe: 10/15 minuti a piedi – autobus 35 direzione Via Vannucci, discesa Gramsci 2/metrò Darsena oppure linea 1, partendo dalla fermata Marittima/Principe Fs discesa e capolinea in Piazza Caricamento – metropolitana, direzione Brignole, discesa San Giorgio Sito: www.vinnatur.org
Biologico, biodinamico e naturale: sono queste le parole chiave della seconda edizione del format di Torino Wine Week, che racconta un’Italia ricca di coltivazioni vitivinicole alternative Da sabato 9 a domenica 10 dicembre COMBO
Banchi d’assaggio con 90 produttori da Italia, Austria, Spagna, Francia e Ungheria. A completare l’offerta masterclass di approfondimento e un’ampia area food.
«23 anni di vita, anche mia». E’ il leitmotiv che ha accompagnato, ieri sera, l’attesa apertura della prima bottiglia di "Castagner Riserva 23 anni". Un centinaio gli ospiti presenti che hanno vissuto l’emozione di poter degustare, per la prima volta, tra gli alambicchi della Distilleria di Vazzola, un pezzo di storia dell’azienda. Un omaggio al percorso imprenditoriale, compiuto in questi anni, da un fuoriclasse della distillazione come Roberto Castagner. Prodotta in appena 749 esemplari, “Castagner Riserva 23 anni” è il frutto della visione di Roberto Castagner che in 23 anni l'ha coccolata come fosse un bambino, assaggiandola mese per mese e seguendone l’evoluzione. «Le cose belle devono essere condivise - ha detto Castagner -. Qui dentro c’è la vendemmia 1999. Merlot, Cabernet e Pinot Nero, 3 vitigni diversi che hanno vissuto questi 23 anni separati e poi si sono uniti per creare un blend unico, ma mi fermo qui perché non posso raccontarla io. I padri non possono raccontare i figli». «23 anni fa Roberto aveva già pensato a questo progetto - ha spiegato il presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Veneto, Raul D'Alessandro - perché ha avuto la lungimiranza e il coraggio di saper aspettare. Brillante, con tonalità ambra e nuance topazio, "Castagner Riserva 23 anni" al naso è caleidoscopica. Un’ouverture di profumi giocata tra note di uva passa, albicocca e arancia disidratata, toni dolci di vaniglia, mandorla e albume d’uovo. La parte scura fa da contraltare con nuance di carruba, mallo di noce e un accenno balsamico. Avvolgente in bocca, chiusura lunghissima con precisi ritorni gusto olfattivi. Interminabile». Presenti all’evento, oltre ai più importanti clienti, tanti imprenditori e i soci del Rotary Club di Conegliano. Lo scrittore Francesco Vidotto, che nel suo ultimo libro, “A ciascuno il proprio Dio”, racconta la sua incredibile vicenda di rinascita, ha condotto un talk sulla letteratura. La serata, iniziata con la visita alla distilleria, è continuata con la cena a base di spiedo tradizionale veneto e si è conclusa con la degustazione di “Castagner Riserva 23 anni” accompagnata dall'eccellente panettone Fabris
Appuntamento venerdì 1 dicembre dalle 16.00 alle Officine del Sale con produttori artigianali da tutta Italia, abbinamenti food, masterclass, shopping e tanta musica.
La nuova visione di distillato e Ciliegie di Vignola IGP.
1. Generazione Z e il Vino: Un Approccio Diverso La decima edizione dell'analisi dei trend del vino in Italia si intitola "Trovare il bandolo della matassa". I dati presentati da Emanuele Di Faustino di Nomisma indicano un cambio significativo nelle preferenze della Generazione Z. Gli under 25 bevono meno, privilegiando gli Spritz, seguiti dal vino e dai cocktail. Ciò che sorprende è la mancanza di interesse per i piccoli produttori e il terroir. 2. Cambiamenti nella Percezione del Vino La Generazione Z si avvicina al vino in modo unico, focalizzandosi sulla salubrità, sostenibilità e esclusività. Non si interessano particolarmente alla provenienza del vino, ignorando il fascino del terroir. La peculiarità e la rarità del vino, specialmente in edizione limitata o proveniente da collaborazioni di lusso, sono aspetti più rilevanti per loro. 3. Rivoluzione nei Vini Dealcolati Il Ministero dell'Agricoltura italiano ha sorpreso tutti aprendo alle produzioni di vini dealcolati, escludendo però Doc e Igt. La dealcolizzazione può avvenire solo presso distillerie, sollevando preoccupazioni tra i produttori. La decisione è vista come una risposta alle crescenti vendite di vini a basso e nullo tenore alcolico. 4. Crisi del Vino Bianco: Un Problema Globale La World Bulk Wine Exhibition rivela un calo produttivo globale, con una forte domanda di vino bianco. Gli italiani, anticipando il problema, hanno fatto incetta di vino e mosto spagnolo a prezzi competitivi. Il mercato del vino rosso, invece, è in crisi, con sovrapproduzione e prezzi stagnanti. 5. Vino Senza Alcol: Una Tendenza Illegale in Italia Negli Stati Uniti, i vini "NoLo" (senza alcol o a basso tenore alcolico) sono in aumento, rappresentando oltre il 42% delle vendite di vini italiani. Tuttavia, in Italia, etichettare tali prodotti come "vino" è illegale. Questo scenario unico presenta sfide e opportunità per le aziende vinicole italiane. 6. Impatto dellInflazione sui Consumi di Vino L'inflazione e la congiuntura economica negativa stanno influenzando i consumi di vino. Nonostante un aumento del prezzo del vino limitato al 3,1%, i consumatori italiani stanno adottando strategie per affrontare la situazione, con una contrazione dei consumi nei primi 9 mesi del 2023. 7. Cambiamenti nei Comportamenti di Acquisto Le vendite al dettaglio del vino in Italia raggiungono i 65 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023, in parte a causa dell'inflazione. Gli italiani preferiscono consumare vino a casa, riducendo le opportunità nel settore Horeca. Gli spumanti, soprattutto quelli senza denominazione, sono in crescita, mentre cresce l'interesse degli under 25 per vini no e low alcohol. In un contesto di cambiamenti radicali, il settore vinicolo italiano si trova di fronte a nuove sfide e opportunità, spingendo i produttori a adattarsi per rimanere rilevanti in un mercato in continua evoluzione.
Il Maltempo e i Cambiamenti Climatici Colpiscono l'Industria Vinicola Globale.
Nei primi otto mesi di quest'anno, le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei principali 12 mercati internazionali, che rappresentano oltre il 60% delle importazioni mondiali di vino, sono diminuite dell'8%. Anche gli spumanti, che avevano registrato una crescita costante negli ultimi dieci anni, hanno subito una diminuzione del 9%.
Quali siano gli scenari e i mondi possibili entro cui far evolvere il settore, restano ancora tuttavia ampiamente da indagare. Questo lo spirito che ha animato Uva Sapiens, società di alta consulenza tecnica e specialistica nel settore vinicolo di Farra di Soligo, ad organizzare in occasione del decennale di fondazione la convention in programma il 1° dicembre al Castello di San Salvatore. “Il vino che verrà. Contaminazioni multidisciplinari per un’evoluzione necessaria”: questo il titolo di quello che per i tre soci di Uva Sapiens, Mattia Filippi, Umberto Marchiori e Roberto Merlo, vuole essere in primis un momento di condivisione multisettoriale e di forte carica innovativa, reso possibile dalla partecipazione di un eccezionale parterre di relatori provenienti da ambiti diversi ma tutti accomunati dal concetto di evoluzione come chiave di sviluppo. “La domanda che sempre più ci muove e ci stimola – racconta il Presidente di Uva Sapiens Umberto Marchiori – è quella di capire quali siano oggi e saranno nel prossimo domani le condizioni produttive ma anche percettive e culturali che saranno funzionali al perpetuare del mondo del vino. Per farlo siamo fermamente convinti che non possiamo limitarci a trovare delle risposte all’interno della cultura del vino intesa come tecnica specifica ma dobbiamo invece aprirci a mondi e settori diversi da cui trarre contaminazioni positive, stimoli e anche provocazioni. Ecco, dunque, perché al nostro appuntamento del 1° dicembre saranno sedute allo stesso tavolo personalità che appartengono a modalità cognitive e intellettuali così differenti tra loro: dal Professor Attilio Scienza, all’antropologo Paolo Scarpi, dall’ingegnere ed ex team principal di scuderia Ferrari Mattia Binotto allo storico Danilo Gasparini, dal neoeletto Master of Wine Andrea Lonardi al neurobiologo Stefano Mancuso.” Nello sfidante compito di moderare il tavolo dei relatori sarà Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian, giornalista e wine marketing expert. “Siamo felici di riunire in questa occasione – dice Mattia Filippi – amici di oggi e di ieri, aziende con cui collaboriamo, ma anche giornalisti e professionisti per condividere insieme l’idea che il vino rappresenta oggi più che mai una forza capace di evolvere grazie al contributo di tante competenze diverse oltre che ad un approccio sì tecnico ma anche e forse soprattutto umanistico. Desideriamo, attraverso i contributi dei nostri relatori, “buttare la palla in avanti” per esplorare nuove soluzioni e costruire nuove consapevolezze in quello che rappresenta oggi un tempo che ci impone di mettere in discussione i vecchi paradigmi ed aprirci a nuovi scenari”.
Il mondo del vino sta attraversando una fase dinamica e innovativa, con nuove tendenze e cambiamenti significativi nei consumi, nei prodotti e nei mercati. Ecco cosa è emerso nella settimana dal 13 al 18 novembre 2023.
Desidero innanzitutto ringraziare il Centro Studi di MEDIOBANCA che colloca Bottega SpA sul quarto gradino del podio dei maggiori produttori italiani per indicatori economico-patrimoniali e di efficienza (2021), segno che la nostra azienda crea valore per il settore, per il territorio, per il Paese e chiaramente per azionisti e collaboratori.
È lo scopo della Scuola Universitaria Maestri Assaggiatori di Vino di ONAV Nazionale (SUMAV) ospitato da Uni-Astiss Polo Universitario Asti Studi Superiori "Rita Levi Montalcini", al via lo scorso 21 ottobre con la sua terza edizione. Nata dalla collaborazione tra ONAV e il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, la scuola è stata una grande novità in Italia. Sotto la guida di personalità di spicco del mondo dell’enologia, nel corso delle 60 ore di lezioni teorico-pratiche i 121 partecipanti - esperti assaggiatori, tecnici del settore enologico, enologi e sommelier - acquisiscono conoscenze di analisi organolettica, competenze enologiche, agronomiche e chimiche di livello universitario, diventando dei veri e propri comunicatori tecnico-scientifici. Le lezioni, alcune tenute da membri del Consiglio Scientifico di ONAV (il Presidente prof. Vincenzo Gerbi, la dott.ssa Anna Schneider e l’enologa di fama internazionale Graziana Grassini) in queste prime settimane hanno trattato temi quali il patrimonio viticolo e l’importanza della biodiversità. Nei prossimi incontri e fino alle fine dell’anno si parlerà invece di viticultura sostenibile, di innovazioni tecnologiche e delle loro conseguenze sulla percezione sensoriale, fino ad arrivare ad approfondire l’arte dell’abbinamento cibo-vino nella sommellerie. Una volta superato l’esame finale, ai partecipanti già in possesso del diploma di Esperto Assaggiatore ONAV verrà assegnato il diploma di Maestro Assaggiatore di Vino; tutti gli altri corsisti riceveranno un attestato di frequenza emesso dall’Università di Torino. «Anche in questa edizione della SUMAV l’ambizione è di fornire agli esperti assaggiatori aggiornamenti e approfondimenti utili ad aumentare la loro professionalità – afferma il prof. Vincenzo Gerbi, presidente del Consiglio Scientifico di ONAV. – Altrettanto importante è stimolare la loro curiosità e il loro senso critico, in modo acquisire sempre maggiore capacità di descrizione e valutazione dei vini.».
Il 1° dicembre la Rete tra le cooperative italiane presenta in conferenza stampa le proprie sinergie di promozione sui mercati, i risultati ad oggi conseguiti e i nuovi progetti strategici comuni.
La Guida ai vini del Veneto è ora disponibile anche su mobile con la nuova app. Il Premio Fero celebra i migliori vini con due nuovi premi di qualità.
Per la prima volta la “gente del vino” mostra il suo volto di custode e valorizzatore del contesto in cui opera inteso come storia locale, architetture, paesaggio, cultura materiale legata all’enologia e agli alimenti. Nessun altro comparto produttivo ha una simile attitudine nella salvaguardia del proprio territorio. Basti pensare che in Italia vengono cementificati due m2 di suolo al secondo e invece il 44% di chi ha un’impresa nel vino è in edifici storici e tutti (96,6%) ritengono che sia necessario restaurare le costruzioni antiche piuttosto che costruirne di nuove. Infatti il 44,7% del campione intervistato ha ripristinato edifici preesistenti e per farlo ha usato soprattutto (56,1%) imprese del posto. L’indagine su “Donne, vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” è stata condotta da Marta Galli, direttore operativo Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, è stata presentata a Firenze in occasione del 35° anniversario delle Donne del vino nate proprio in questa città nel 1988. «Un segno di speranza in un Paese dove le alluvioni vengono amplificate da un eccessivo sfruttamento del suolo e i “non luoghi” sono sempre più diffusi - dice la presidente nazionale delle Donne del Vino Daniela Mastroberardino - resta da vedere se il campione di 237 socie produttrici in tutte le regioni italiane – l’associazione è composta da professioniste con ruoli dirigenti in cantine, ristoranti, enoteche e poi sommelier, consulenti, comunicatrici - corrisponde a un’uguale attitudine virtuosa dei colleghi maschi, ma vogliamo sperare di sì». «L’indagine ha portato alla luce un aspetto ancora inesplorato dell’attività di chi produce, vende o fa consumare il vino: l’attitudine a conservare l’identità e la cultura locale per usarla nello storytelling delle bottiglie - ha detto Donatella Cinelli Colombini, past president nazionale e delegata delle Donne del Vino Toscane. «Infatti il 94% del campione usa la storia locale per contestualizzare i propri vini» ha commentato Marta Galli dando anche altri elementi di riflessione: «Il 44% di chi ha un’impresa utilizza edifici storici e il 49% ha un’opera d’arte in azienda». «Ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di sculture di Donatello o affreschi del Ghirlandaio, anche se in alcune aziende del vino ci sono anche quelli, ma essere attenti custodi di eredità del passato, è comunque importante» ha concluso Donatella Cinelli Colombini. Per quanto riguarda la salvaguardia della biodiversità e della cultura materiale le Donne del Vino costituiscono un esempio virtuoso da imitare «con pochissime eccezioni (96,9%) usa vitigni autoctoni nella produzione dei propri vini, e oltre la metà punta proprio su quelli per raccontarsi» ha spiegato Marta Galli. «Altrettanto plebiscitario (94,5%) l’utilizzo di alimenti e ricette locali in abbinamento alle bottiglie evidenziando un bisogno di identità e radici che va a tutto vantaggio della salvaguardia degli antichi saperi». Dati accolti con entusiasmo dalla vicepresidente della Regione Toscana e Assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi, dal suo dirigente Gennaro Giliberti che sono intervenuti all’incontro: «I risultati di questa ricerca presentata dall’Associazione Donne del Vino - ha detto Saccardi - confermano l’attenzione e la professionalità di cui la Toscana è stata sempre portatrice in agricoltura che, come vediamo, ha plasmato il paesaggio rurale e dato vita a un repertorio di saperi immateriali come tradizioni, abitudini, leggende, ma anche saperi materiali come architetture e strumenti. La viticoltura in particolare, in cui si fa strada sempre di più la sensibilità propria delle donne, che sanno coniugare la strategia vitivinicola e la produzione con l’attrattività turistica, la bellezza del prodotto e dei territori, l’armonia ambientale, sociale, economica, ha aperto la strada a una nuova visione del territorio che va oltre quella economica, diventando visione storica, identitaria di valori, biologico/naturale. Non è un caso che gli agricoltori della nostra regione, impegnati ormai da tempo a mettere in campo buone pratiche agricole finalizzate a ridurre il più possibile l’impatto ambientale delle produzioni, abbiano mostrato una precoce apertura rispetto ai temi della sostenibilità. E i dati presentati oggi ce lo raccontano, dicendoci che nelle politiche vitivinicole la Toscana è sulla buona strada grazie al lavoro delle nostre imprese e al fatto che nelle politiche della Regione il tema della sostenibilità ambientale ed economica ha progressivamente assunto un ruolo centrale. Un tema destinato a crescere ulteriormente in futuro grazie anche al contributo, all’impegno, alla lungimiranza e sensibilità delle Donne del Vino». Erano presenti anche Carlos Santos CEO Amorim Cork Italia e gli storici d’arte Cristina Acidini, Stefano Filipponi, Gian Antonio Golin che hanno introdotto la visita pomeridiana al restauro della Cappella Bardi in Santa Croce testamento artistico di Giotto. L’intervento, che durerà tre anni, è stato affidato dall’Opera di Santa Croce, all’Opificio delle Pietre Dure e ha il sostegno decisivo dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) e della Fondazione CR Firenze, oltre che del ministero per i Beni e le Attività Culturali. La visita al restauro è stata voluta e promossa dalla consigliera nazionale delle Donne del Vino Dominique Marzotto. «Questo anniversario pone giustamente l’accento sul prezioso ruolo culturale svolto dall’Associazione Donne del Vino – ha detto Cristina Acidini, presidente Opera di Santa Croce - L’impegno di tante imprenditrici del settore enologico per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio e dei beni culturali e artistici di cui sono ricche le loro aziende e i territori in cui esse operano è davvero rilevante e costituisce un’esperienza modello di azione culturale diffusa. Per questo l’Opera di Santa Croce, la cui missione principale è proprio quella di tutela e valorizzazione, con grande piacere partecipa alla celebrazione di questo anniversario, accogliendo le Donne del Vino provenienti da tutta Italia per condividere con loro il valore e la bellezza del patrimonio che le è stato affidato».
Sarà presentata l’indagine “Donne vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” condotta da Marta Galli dell’Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism.
La giovane e futura generazione vitivinicoa siciliana punta su sostenibilità, ambiente, enoturismo. Su quindici nuovi produttori, undici sono donne.
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