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Via Artigianato, 8 27020
Tromello (Pavia)
Federfin Tech srl é nata dall'ispirazione di creare un'azienda produttrice di capsule in alluminio snella, tecnologicamente avanzata, orientando...
«23 anni di vita, anche mia». E’ il leitmotiv che ha accompagnato, ieri sera, l’attesa apertura della prima bottiglia di "Castagner Riserva 23 anni". Un centinaio gli ospiti presenti che hanno vissuto l’emozione di poter degustare, per la prima volta, tra gli alambicchi della Distilleria di Vazzola, un pezzo di storia dell’azienda. Un omaggio al percorso imprenditoriale, compiuto in questi anni, da un fuoriclasse della distillazione come Roberto Castagner. Prodotta in appena 749 esemplari, “Castagner Riserva 23 anni” è il frutto della visione di Roberto Castagner che in 23 anni l'ha coccolata come fosse un bambino, assaggiandola mese per mese e seguendone l’evoluzione. «Le cose belle devono essere condivise - ha detto Castagner -. Qui dentro c’è la vendemmia 1999. Merlot, Cabernet e Pinot Nero, 3 vitigni diversi che hanno vissuto questi 23 anni separati e poi si sono uniti per creare un blend unico, ma mi fermo qui perché non posso raccontarla io. I padri non possono raccontare i figli». «23 anni fa Roberto aveva già pensato a questo progetto - ha spiegato il presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Veneto, Raul D'Alessandro - perché ha avuto la lungimiranza e il coraggio di saper aspettare. Brillante, con tonalità ambra e nuance topazio, "Castagner Riserva 23 anni" al naso è caleidoscopica. Un’ouverture di profumi giocata tra note di uva passa, albicocca e arancia disidratata, toni dolci di vaniglia, mandorla e albume d’uovo. La parte scura fa da contraltare con nuance di carruba, mallo di noce e un accenno balsamico. Avvolgente in bocca, chiusura lunghissima con precisi ritorni gusto olfattivi. Interminabile». Presenti all’evento, oltre ai più importanti clienti, tanti imprenditori e i soci del Rotary Club di Conegliano. Lo scrittore Francesco Vidotto, che nel suo ultimo libro, “A ciascuno il proprio Dio”, racconta la sua incredibile vicenda di rinascita, ha condotto un talk sulla letteratura. La serata, iniziata con la visita alla distilleria, è continuata con la cena a base di spiedo tradizionale veneto e si è conclusa con la degustazione di “Castagner Riserva 23 anni” accompagnata dall'eccellente panettone Fabris
Appuntamento venerdì 1 dicembre dalle 16.00 alle Officine del Sale con produttori artigianali da tutta Italia, abbinamenti food, masterclass, shopping e tanta musica.
La nuova visione di distillato e Ciliegie di Vignola IGP.
La manifestazione, in programma al quartiere fieristico di Riva del Garda dal 5 all’8 febbraio 2024, prosegue infatti, grazie a nuovi accordi e collaborazioni, lo stimolante progetto iniziato lo scorso anno. L’offerta si arricchisce con percorsi esperienziali e immersivi, esempi concreti di progettazione inclusiva, oltre ad attività formative ad hoc per trasformare le esigenze del turismo accessibile in progetti realizzabili e gestibili dagli operatori, per affiancarli nello sviluppo del proprio business. Dopo l’accordo con Village for All – V4A, siglato lo scorso anno, Hospitality raddoppia l’attenzione all’ospitalità accessibile con la partnership con Lombardini22, gruppo leader nello scenario italiano dell'architettura e dell'ingegneria che punta a creare valore e generare fiducia nei progetti in cui è coinvolta per stimolare la crescita e lo sviluppo di tutta la filiera. Perché quello del turismo accessibile è un mercato rilevante, considerando che spesso le persone con disabilità non viaggiano da sole, e rappresenta anche un'opportunità di crescita e sviluppo. Secondo i dati dell’OMS, infatti, il 15% della popolazione mondiale ha una qualche forma di disabilità che determina “esigenze di accessibilità”. “A Hospitality 2024 realizzeremo un’ampia area dedicata all’ospitalità accessibile che si chiamerà di ognuno, un progetto pluriennale insieme a Village for All e Lombardini22 in cui vogliamo raccontare il design per tutti destinato all’industria alberghiera ed extra alberghiera. Uno spazio dove sarà possibile sperimentare altri modi di interpretare l’accoglienza, con idee e suggestioni per ripensare gli spazi delle strutture ricettive e rispondere alle esigenze di un importante segmento di mercato - spiega Alessandra Albarelli, Direttrice Generale Riva del Garda Fierecongressi. – E per raccontare la progettazione inclusiva e offrire strumenti pratici e utili agli operatori, abbiamo deciso di partire proprio dalla reception, il luogo da dove ha inizio ogni esperienza. Grazie alla collaborazione con Lombardini22 e Village for All vogliamo dare il nostro contributo per creare benessere sociale e valore economico, permettendo ai nostri espositori e visitatori di allargare i propri orizzonti di business.” Attirare, coinvolgere, informare, condividere: sono queste le quattro parole chiave che racchiudono il concept dello spazio esperienziale in cui verrà dimostrato come ogni esigenza di accessibilità possa diventare abilità spaziale attraverso una progettazione inclusiva. Quest’anno nell’area di ognuno, all’interno del padiglione D, si indagherà l’inclusività attraverso gli spazi della reception, in cui l’applicazione delle neuroscienze all’architettura permette di ricreare l’esperienza del check-in e check-out con tre percorsi esperienziali che raccontano le diverse esigenze dell’accessibilità per disabilità sensoriale visiva, disabilità fisiche e motorie, disabilità sensoriale uditiva e disabilità cognitive, che permetteranno di vedere il buio, muovere lo spazio, ascoltare il silenzio. Il tutto con l'obiettivo non solo di migliorare la percezione di questa esperienza ma anche di contribuire al benessere dell’ospite e alla diminuzione dello stress degli utenti in questo specifico spazio. “Il design dell’area parte da due considerazioni: la progettazione inclusiva è uno strumento di innovazione in grado di allargare il mercato di riferimento, ed è l’ambiente che disabilita - evidenzia Cristian Catania, architetto di Lombardini22. - Per questo l’architetto ha una grande responsabilità sociale nelle soluzioni che disegna e la proposta di allestimento con tema Inclusività nell’accoglienza, quest’anno negli spazi della reception, vuole dimostrare come lo spazio sia un fattore abilitante se progettato con la matrice del design for all. Ci rivolgiamo all’industria alberghiera ed extra alberghiera con dei piccoli suggerimenti di progettazione che possono essere applicati nelle loro strutture e tendiamo a dare risposta non solo alle esigenze delle persone con disabilità, ma anche alle loro ambizioni.” Fare turismo accessibile significa rendere gli spazi, le comunità, i territori, l'ospitalità, i servizi, la ristorazione, ma anche i percorsi e la mobilità accessibili e fruibili per tutti. Per questo nelle prossime edizioni, Hospitality continuerà a sviluppare il suo percorso sull’accoglienza inclusiva e accessibile di altri spazi, come ad esempio camera, bagno, spa e centro benessere, sala colazione e ristorante, dando evidenza di come si possa rispondere alle diverse necessità, integrando il concetto del bello e del funzionale in un’unica esperienza. “Grazie all’impegno di Riva del Garda Fierecongressi, alla professionalità di Lombardini22 e alla competenza di Village for all - V4A, i visitatori di Hospitality 2024, gli imprenditori, potranno toccare con mano come si possono realizzare esperienze di “ospitalità accessibile” e “accessibilità trasparente”, trasformando l’astratto in concreto attraverso la proposta di soluzioni tangibili in linea con le esigenze di ognuno. I nostri 16 anni di attività – racconta Roberto Vitali, Amministratore e Cofondatore di Village for all - V4A - ci hanno anche dimostrato che dove le persone con disabilità possono andare in vacanza, possono anche lavorare. Quindi, offrire ospitalità accessibile significa coniugare la responsabilità sociale con il business, grazie a un unico prodotto turistico non ghettizzante, di grande valore estetico e sociale concreto. Come ci piace ribadire: stesso luogo, stesso prezzo, più Ospiti!” A supporto dell’area di ognuno e proprio per incrementare la cultura dell’inclusione non mancheranno le attività formative dedicate agli operatori e alle persone che lavorano nel settore dell’ospitalità, The People Industry, ovvero quelle persone che grazie alla loro professionalità, dedizione e passione, fanno la differenza nel rendere unica ogni esperienza dell’ospite. “Quando parliamo di accessibilità e inclusione non dobbiamo pensare solo alle persone con disabilità motorie, visive e uditive ma anche a senior, famiglie con bambini piccoli, senza dimenticare chi ha esigenze alimentari specifiche. Per poter offrire un’accoglienza accessibile a 360 gradi è necessario realizzare interventi su tutta la destinazione turistica con azioni che vanno oltre il rispetto delle norme - commenta Giovanna Voltolini, Exhibition Manager di Hospitality. - Con Village for All proseguiamo la collaborazione iniziata lo scorso anno anche lavorando insieme alla realizzazione di una serie di incontri formativi perché è solo con personale competente e adeguatamente formato che è possibile rispondere in modo corretto alle esigenze di tutti. Anche con la nostra nuova campagna abbiamo voluto porre l’attenzione sulle sfide del comparto e sull'importanza di promuovere una cultura di inclusione, formazione continua e responsabilità sociale all'interno dell'industria”. A Hospitality il tema dell’accessibilità sarà trasversale e oltre che nell’area di ognuno sarà affrontato anche nel padiglione Outdoor Boom dedicato al turismo en plein air, nei numerosi appuntamenti formativi e con i percorsi tematici dedicati alle diverse necessità e abitudini alimentari
Dall’8 dicembre al 7 gennaio Il grande Presepe esposto in Piazza San Pietro a Roma lo scorso Natale cuore di Borghi e Presepi a Sutrio, rassegna en plein air fra i monti della Carnia, in Friuli Venezia Giulia.
ANDRÀ IN ONDA SU MEDIASET INFINITY. AUTRICI SONO DUE DONNE: ALESSANDRA CARDONE E ALESSANDRA FEDI. DAL 6 NOVEMBRE LA PRIMA PUNTATA DEDICATA AL PIEMONTE.
E così, con impegno, passione e dedizione, ognuna delle referenze di questa cantina racconta a ogni sorso il sottile equilibrio che contraddistingue questo delicato ambiente. Dall’intreccio di tali valori emerge la filosofia di Tenuta Stella: andare oltre la produzione vinicola per agire come veri e propri Coltivatori Di Vita, guardiani, cioè, di un ecosistema tanto ricco quanto delicato. Il concetto di coltivatori di vita è infatti centrale nella recente azione di rebranding dell’immagine aziendale. “Il nuovo stile di Tenuta Stella incarna ciò che l’azienda rappresenta già da tempo”, dichiara Erika Barbieri, enologa di Tenuta Stella. “Abbiamo sentito l’esigenza di trasmettere anche attraverso l’aspetto esteriore tutto il percorso dei nostri vini verso la sostenibilità ambientale: l’adesione alla certificazione DiversityArk, l’attenzione ai materiali, il ricorso a fonti rinnovabili; sono tutti pezzi di un puzzle che racconta ciò che siamo e che vogliamo comunicare con i nostri prodotti”. Il restyling di Tenuta Stella è caratterizzato da un marchio più pulito e semplice, il quale riflette l'equilibrio tra tradizione e natura comunicando il profondo legame tra l'azienda e la vita: la nuova etichetta è, infatti, un inno alla vita, un tributo all'ambiente e un simbolo di autenticità. È un'idea che parla di passione e rispetto per la terra e la natura. L’autenticità trova la sua rappresentazione nel diverso colore di ciascuna etichetta che si ispira a un particolare distintivo di ogni singolo vitigno, dal terreno alle foglie al colore intenso dell’uva, mentre la sostenibilità si riflette nella scelta di utilizzare esclusivamente carta riciclata. “La recente adesione a DiversityArk, marchio di certificazione il cui obiettivo è il monitoraggio scientifico della biodiversità studiando nel dettaglio la flora, la fauna e le condizioni per la creazione di un equilibrio tra esse, ci ha reso ancora più consapevoli del legame che ogni produzione, in particolare il vino, ha con il territorio da cui proviene. Il nostro fine ultimo è proprio quello di creare un prodotto che sia rispettoso della natura e del consumatore”, spiega Erika Barbieri. L’essenza del rebranding di tenuta Stella è, infatti, contenuta in tutti quei passi che ogni giorno l’azienda compie per creare il minor impatto ambientale possibile e nell’intenzione di trasmettere con i propri prodotti un messaggio di rispetto per l'ambiente e di invito a uno stile di vita sostenibile. TENUTA STELLA Tenuta Stella è una gemma incastonata nella parte più alta delle dolci colline del Collio. Questa cantina biologica si trova in una piccola frazione nei pressi di Dolegna del Collio, in un territorio straordinario per la viticoltura. Tra questi declivi, nascono vini unici al mondo, frutto di uve di vitigni autoctoni pregiati e rinomati. Produzione di: Friulano DOC Collio, Ribolla Gialla Collio DOC, Ribolla Gialla Riserva, Pinot nero Collio DOC, Sdencina Rosso, Malvasia Collio DOC, Ribolla Gialla brut.
Il 30 novembre, presso la Banca di Asti, si terrà un convegno tutto dedicato ai temi delle conseguenze del cambiamento climatico in ambito agricolo e delle ricerche in corso per affrontare la problematica.
«Seguono sul podio Marche (10,7 impianti per ogni megawatt) e Basilicata (11,5). E poi ancora nella top-10 seguono Lombardia con 12,2 impianti, Veneto con 15, Sicilia con 16,1, Abruzzo con 16,4, Emilia-Romagna con 16,7, Puglia con 16,7 e Lazio con 17,8» sottolineano gli analisti di EnergRed.
È la poesia della terra quello che Naturalmente Vino porta al centro del racconto nel week end di sabato 9 e domenica 10 dicembre da Combo con il Salone dedicato ai vini naturali, biodinamici e biologici e alle aziende attente alla sostenibilità in vigna e in cantina: più di 30 produttori e oltre 100 etichette in degustazione da tutta Italia saranno i protagonisti della due giorni di talk, degustazioni e masterclass. Storie, terroir, produzioni e lavoro di questi Vigneron, per far conoscere l’impegno e la fatica nel tentare di salvaguardare la natura e l’ambiente, è la mission di Naturalmente Vino. Un viaggio per l’Italia tutto da raccontare, ma soprattutto da approfondire, scoprendo le forme di vinificazione più alternative. Una manifestazione che chiama a rapporto vignaioli e produttori, selezionati lungo tutto lo stivale, che mettono al centro del loro lavoro in vigna l’attenzione verso l’ambiente. Il prodotto finale e i processi che lo portano ad essere unico sono fulcro del pensiero di un’agricoltura che cerca nei cicli della terra, nei prodotti naturali, nell’assenza di interventi che velocizzino il processo di vinificazione, il fuoco della propria attività e della propria filosofia. La scelta di portare questa manifestazione da Combo - già sede di altri eventi di Torino Wine Week - nasce dall’importanza del lavoro che questo centro culturale sta da tempo portando avanti sul territorio Torinese. Non solo da un punto di vista culturale e di accoglienza turistica, ma anche e soprattutto all’attenzione e alla ricerca legata all’offerta enologica che seleziona all’interno della sua carta vini dedicata la mondo del biologico e del naturale, con cantine giovani e dinamiche ma anche etichette importanti di cantine storiche. Infine anche un’offerta gastronomica di tapas dedicate oltre al servizio ristornate classico. L’evento è organizzato da Torino Wine Week in collaborazione con Gambero Rosso, Città del Gusto e con Wouse.
Banchi d’assaggio con 90 produttori da Italia, Austria, Spagna, Francia e Ungheria. A completare l’offerta masterclass di approfondimento e un’ampia area food.
Back To The Wine, 12 e 13 novembre a Venezia, l’evento che parlerà di artigianalità in campo enologico, e non solo, in tutti i dialetti italiani.
1. Generazione Z e il Vino: Un Approccio Diverso La decima edizione dell'analisi dei trend del vino in Italia si intitola "Trovare il bandolo della matassa". I dati presentati da Emanuele Di Faustino di Nomisma indicano un cambio significativo nelle preferenze della Generazione Z. Gli under 25 bevono meno, privilegiando gli Spritz, seguiti dal vino e dai cocktail. Ciò che sorprende è la mancanza di interesse per i piccoli produttori e il terroir. 2. Cambiamenti nella Percezione del Vino La Generazione Z si avvicina al vino in modo unico, focalizzandosi sulla salubrità, sostenibilità e esclusività. Non si interessano particolarmente alla provenienza del vino, ignorando il fascino del terroir. La peculiarità e la rarità del vino, specialmente in edizione limitata o proveniente da collaborazioni di lusso, sono aspetti più rilevanti per loro. 3. Rivoluzione nei Vini Dealcolati Il Ministero dell'Agricoltura italiano ha sorpreso tutti aprendo alle produzioni di vini dealcolati, escludendo però Doc e Igt. La dealcolizzazione può avvenire solo presso distillerie, sollevando preoccupazioni tra i produttori. La decisione è vista come una risposta alle crescenti vendite di vini a basso e nullo tenore alcolico. 4. Crisi del Vino Bianco: Un Problema Globale La World Bulk Wine Exhibition rivela un calo produttivo globale, con una forte domanda di vino bianco. Gli italiani, anticipando il problema, hanno fatto incetta di vino e mosto spagnolo a prezzi competitivi. Il mercato del vino rosso, invece, è in crisi, con sovrapproduzione e prezzi stagnanti. 5. Vino Senza Alcol: Una Tendenza Illegale in Italia Negli Stati Uniti, i vini "NoLo" (senza alcol o a basso tenore alcolico) sono in aumento, rappresentando oltre il 42% delle vendite di vini italiani. Tuttavia, in Italia, etichettare tali prodotti come "vino" è illegale. Questo scenario unico presenta sfide e opportunità per le aziende vinicole italiane. 6. Impatto dellInflazione sui Consumi di Vino L'inflazione e la congiuntura economica negativa stanno influenzando i consumi di vino. Nonostante un aumento del prezzo del vino limitato al 3,1%, i consumatori italiani stanno adottando strategie per affrontare la situazione, con una contrazione dei consumi nei primi 9 mesi del 2023. 7. Cambiamenti nei Comportamenti di Acquisto Le vendite al dettaglio del vino in Italia raggiungono i 65 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023, in parte a causa dell'inflazione. Gli italiani preferiscono consumare vino a casa, riducendo le opportunità nel settore Horeca. Gli spumanti, soprattutto quelli senza denominazione, sono in crescita, mentre cresce l'interesse degli under 25 per vini no e low alcohol. In un contesto di cambiamenti radicali, il settore vinicolo italiano si trova di fronte a nuove sfide e opportunità, spingendo i produttori a adattarsi per rimanere rilevanti in un mercato in continua evoluzione.
Il Maltempo e i Cambiamenti Climatici Colpiscono l'Industria Vinicola Globale.
Nei primi otto mesi di quest'anno, le quantità di vini fermi e frizzanti italiani acquistati nei principali 12 mercati internazionali, che rappresentano oltre il 60% delle importazioni mondiali di vino, sono diminuite dell'8%. Anche gli spumanti, che avevano registrato una crescita costante negli ultimi dieci anni, hanno subito una diminuzione del 9%.
Quali siano gli scenari e i mondi possibili entro cui far evolvere il settore, restano ancora tuttavia ampiamente da indagare. Questo lo spirito che ha animato Uva Sapiens, società di alta consulenza tecnica e specialistica nel settore vinicolo di Farra di Soligo, ad organizzare in occasione del decennale di fondazione la convention in programma il 1° dicembre al Castello di San Salvatore. “Il vino che verrà. Contaminazioni multidisciplinari per un’evoluzione necessaria”: questo il titolo di quello che per i tre soci di Uva Sapiens, Mattia Filippi, Umberto Marchiori e Roberto Merlo, vuole essere in primis un momento di condivisione multisettoriale e di forte carica innovativa, reso possibile dalla partecipazione di un eccezionale parterre di relatori provenienti da ambiti diversi ma tutti accomunati dal concetto di evoluzione come chiave di sviluppo. “La domanda che sempre più ci muove e ci stimola – racconta il Presidente di Uva Sapiens Umberto Marchiori – è quella di capire quali siano oggi e saranno nel prossimo domani le condizioni produttive ma anche percettive e culturali che saranno funzionali al perpetuare del mondo del vino. Per farlo siamo fermamente convinti che non possiamo limitarci a trovare delle risposte all’interno della cultura del vino intesa come tecnica specifica ma dobbiamo invece aprirci a mondi e settori diversi da cui trarre contaminazioni positive, stimoli e anche provocazioni. Ecco, dunque, perché al nostro appuntamento del 1° dicembre saranno sedute allo stesso tavolo personalità che appartengono a modalità cognitive e intellettuali così differenti tra loro: dal Professor Attilio Scienza, all’antropologo Paolo Scarpi, dall’ingegnere ed ex team principal di scuderia Ferrari Mattia Binotto allo storico Danilo Gasparini, dal neoeletto Master of Wine Andrea Lonardi al neurobiologo Stefano Mancuso.” Nello sfidante compito di moderare il tavolo dei relatori sarà Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian, giornalista e wine marketing expert. “Siamo felici di riunire in questa occasione – dice Mattia Filippi – amici di oggi e di ieri, aziende con cui collaboriamo, ma anche giornalisti e professionisti per condividere insieme l’idea che il vino rappresenta oggi più che mai una forza capace di evolvere grazie al contributo di tante competenze diverse oltre che ad un approccio sì tecnico ma anche e forse soprattutto umanistico. Desideriamo, attraverso i contributi dei nostri relatori, “buttare la palla in avanti” per esplorare nuove soluzioni e costruire nuove consapevolezze in quello che rappresenta oggi un tempo che ci impone di mettere in discussione i vecchi paradigmi ed aprirci a nuovi scenari”.
Il mondo del vino sta attraversando una fase dinamica e innovativa, con nuove tendenze e cambiamenti significativi nei consumi, nei prodotti e nei mercati. Ecco cosa è emerso nella settimana dal 13 al 18 novembre 2023.
Desidero innanzitutto ringraziare il Centro Studi di MEDIOBANCA che colloca Bottega SpA sul quarto gradino del podio dei maggiori produttori italiani per indicatori economico-patrimoniali e di efficienza (2021), segno che la nostra azienda crea valore per il settore, per il territorio, per il Paese e chiaramente per azionisti e collaboratori.
È lo scopo della Scuola Universitaria Maestri Assaggiatori di Vino di ONAV Nazionale (SUMAV) ospitato da Uni-Astiss Polo Universitario Asti Studi Superiori "Rita Levi Montalcini", al via lo scorso 21 ottobre con la sua terza edizione. Nata dalla collaborazione tra ONAV e il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino, la scuola è stata una grande novità in Italia. Sotto la guida di personalità di spicco del mondo dell’enologia, nel corso delle 60 ore di lezioni teorico-pratiche i 121 partecipanti - esperti assaggiatori, tecnici del settore enologico, enologi e sommelier - acquisiscono conoscenze di analisi organolettica, competenze enologiche, agronomiche e chimiche di livello universitario, diventando dei veri e propri comunicatori tecnico-scientifici. Le lezioni, alcune tenute da membri del Consiglio Scientifico di ONAV (il Presidente prof. Vincenzo Gerbi, la dott.ssa Anna Schneider e l’enologa di fama internazionale Graziana Grassini) in queste prime settimane hanno trattato temi quali il patrimonio viticolo e l’importanza della biodiversità. Nei prossimi incontri e fino alle fine dell’anno si parlerà invece di viticultura sostenibile, di innovazioni tecnologiche e delle loro conseguenze sulla percezione sensoriale, fino ad arrivare ad approfondire l’arte dell’abbinamento cibo-vino nella sommellerie. Una volta superato l’esame finale, ai partecipanti già in possesso del diploma di Esperto Assaggiatore ONAV verrà assegnato il diploma di Maestro Assaggiatore di Vino; tutti gli altri corsisti riceveranno un attestato di frequenza emesso dall’Università di Torino. «Anche in questa edizione della SUMAV l’ambizione è di fornire agli esperti assaggiatori aggiornamenti e approfondimenti utili ad aumentare la loro professionalità – afferma il prof. Vincenzo Gerbi, presidente del Consiglio Scientifico di ONAV. – Altrettanto importante è stimolare la loro curiosità e il loro senso critico, in modo acquisire sempre maggiore capacità di descrizione e valutazione dei vini.».
Il 1° dicembre la Rete tra le cooperative italiane presenta in conferenza stampa le proprie sinergie di promozione sui mercati, i risultati ad oggi conseguiti e i nuovi progetti strategici comuni.
La Guida ai vini del Veneto è ora disponibile anche su mobile con la nuova app. Il Premio Fero celebra i migliori vini con due nuovi premi di qualità.
Per la prima volta la “gente del vino” mostra il suo volto di custode e valorizzatore del contesto in cui opera inteso come storia locale, architetture, paesaggio, cultura materiale legata all’enologia e agli alimenti. Nessun altro comparto produttivo ha una simile attitudine nella salvaguardia del proprio territorio. Basti pensare che in Italia vengono cementificati due m2 di suolo al secondo e invece il 44% di chi ha un’impresa nel vino è in edifici storici e tutti (96,6%) ritengono che sia necessario restaurare le costruzioni antiche piuttosto che costruirne di nuove. Infatti il 44,7% del campione intervistato ha ripristinato edifici preesistenti e per farlo ha usato soprattutto (56,1%) imprese del posto. L’indagine su “Donne, vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” è stata condotta da Marta Galli, direttore operativo Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism, Università Cattolica del Sacro Cuore Milano, è stata presentata a Firenze in occasione del 35° anniversario delle Donne del vino nate proprio in questa città nel 1988. «Un segno di speranza in un Paese dove le alluvioni vengono amplificate da un eccessivo sfruttamento del suolo e i “non luoghi” sono sempre più diffusi - dice la presidente nazionale delle Donne del Vino Daniela Mastroberardino - resta da vedere se il campione di 237 socie produttrici in tutte le regioni italiane – l’associazione è composta da professioniste con ruoli dirigenti in cantine, ristoranti, enoteche e poi sommelier, consulenti, comunicatrici - corrisponde a un’uguale attitudine virtuosa dei colleghi maschi, ma vogliamo sperare di sì». «L’indagine ha portato alla luce un aspetto ancora inesplorato dell’attività di chi produce, vende o fa consumare il vino: l’attitudine a conservare l’identità e la cultura locale per usarla nello storytelling delle bottiglie - ha detto Donatella Cinelli Colombini, past president nazionale e delegata delle Donne del Vino Toscane. «Infatti il 94% del campione usa la storia locale per contestualizzare i propri vini» ha commentato Marta Galli dando anche altri elementi di riflessione: «Il 44% di chi ha un’impresa utilizza edifici storici e il 49% ha un’opera d’arte in azienda». «Ovviamente nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di sculture di Donatello o affreschi del Ghirlandaio, anche se in alcune aziende del vino ci sono anche quelli, ma essere attenti custodi di eredità del passato, è comunque importante» ha concluso Donatella Cinelli Colombini. Per quanto riguarda la salvaguardia della biodiversità e della cultura materiale le Donne del Vino costituiscono un esempio virtuoso da imitare «con pochissime eccezioni (96,9%) usa vitigni autoctoni nella produzione dei propri vini, e oltre la metà punta proprio su quelli per raccontarsi» ha spiegato Marta Galli. «Altrettanto plebiscitario (94,5%) l’utilizzo di alimenti e ricette locali in abbinamento alle bottiglie evidenziando un bisogno di identità e radici che va a tutto vantaggio della salvaguardia degli antichi saperi». Dati accolti con entusiasmo dalla vicepresidente della Regione Toscana e Assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi, dal suo dirigente Gennaro Giliberti che sono intervenuti all’incontro: «I risultati di questa ricerca presentata dall’Associazione Donne del Vino - ha detto Saccardi - confermano l’attenzione e la professionalità di cui la Toscana è stata sempre portatrice in agricoltura che, come vediamo, ha plasmato il paesaggio rurale e dato vita a un repertorio di saperi immateriali come tradizioni, abitudini, leggende, ma anche saperi materiali come architetture e strumenti. La viticoltura in particolare, in cui si fa strada sempre di più la sensibilità propria delle donne, che sanno coniugare la strategia vitivinicola e la produzione con l’attrattività turistica, la bellezza del prodotto e dei territori, l’armonia ambientale, sociale, economica, ha aperto la strada a una nuova visione del territorio che va oltre quella economica, diventando visione storica, identitaria di valori, biologico/naturale. Non è un caso che gli agricoltori della nostra regione, impegnati ormai da tempo a mettere in campo buone pratiche agricole finalizzate a ridurre il più possibile l’impatto ambientale delle produzioni, abbiano mostrato una precoce apertura rispetto ai temi della sostenibilità. E i dati presentati oggi ce lo raccontano, dicendoci che nelle politiche vitivinicole la Toscana è sulla buona strada grazie al lavoro delle nostre imprese e al fatto che nelle politiche della Regione il tema della sostenibilità ambientale ed economica ha progressivamente assunto un ruolo centrale. Un tema destinato a crescere ulteriormente in futuro grazie anche al contributo, all’impegno, alla lungimiranza e sensibilità delle Donne del Vino». Erano presenti anche Carlos Santos CEO Amorim Cork Italia e gli storici d’arte Cristina Acidini, Stefano Filipponi, Gian Antonio Golin che hanno introdotto la visita pomeridiana al restauro della Cappella Bardi in Santa Croce testamento artistico di Giotto. L’intervento, che durerà tre anni, è stato affidato dall’Opera di Santa Croce, all’Opificio delle Pietre Dure e ha il sostegno decisivo dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) e della Fondazione CR Firenze, oltre che del ministero per i Beni e le Attività Culturali. La visita al restauro è stata voluta e promossa dalla consigliera nazionale delle Donne del Vino Dominique Marzotto. «Questo anniversario pone giustamente l’accento sul prezioso ruolo culturale svolto dall’Associazione Donne del Vino – ha detto Cristina Acidini, presidente Opera di Santa Croce - L’impegno di tante imprenditrici del settore enologico per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio e dei beni culturali e artistici di cui sono ricche le loro aziende e i territori in cui esse operano è davvero rilevante e costituisce un’esperienza modello di azione culturale diffusa. Per questo l’Opera di Santa Croce, la cui missione principale è proprio quella di tutela e valorizzazione, con grande piacere partecipa alla celebrazione di questo anniversario, accogliendo le Donne del Vino provenienti da tutta Italia per condividere con loro il valore e la bellezza del patrimonio che le è stato affidato».
Sarà presentata l’indagine “Donne vino e salvaguardia dell’identità culturale dei territori del vino” condotta da Marta Galli dell’Osservatorio Sustainable Wine Business and Enogastronomic Tourism.
La giovane e futura generazione vitivinicoa siciliana punta su sostenibilità, ambiente, enoturismo. Su quindici nuovi produttori, undici sono donne.
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