Infowine18.9: importazioni mondiali, tasse, acquisizioni

“Wine by Numbers”, le importazioni di vino imbottigliato

“Wine by Numbers”, le importazioni di vino imbottigliato (bollicine escluse) nel mondo continuano a calare e i dati del secondo trimestre 2015 confermano la tendenza negativa dei primi tre mesi dell’anno: -7% sul 2014, a 4,1 miliardi di dollari

Frena il commercio mondiale di vino nel 2015 secondo Wine by Numbers di Unione Italiana. Le importazioni di vino nel mondo continuano a calare, e i dati del secondo trimestre 2015 confermano la tendenza negativa registrata già nei primi tre mesi dell’anno, almeno per quanto riguarda l’imbottigliato, escludendo gli sparkling: come racconta l’ultimo report di “Wine by Numbers” (www.uiv.it), l’importo totale degli scambi, nel periodo, si è fermato a 4,1 miliardi di dollari, il 7% in meno sul secondo trimestre 2014. Il dato peggiore arriva dall’Europa, con un preoccupante -20%, proprio come nel trimestre precedente, frutto dell’aggregato dei principali mercati: Russia, Gran Bretagna, Germania e Svizzera.
Non fa troppo meglio il Continente Americano (Usa, Canada e Brasile), con le importazioni ferme a 1,6 miliardi di dollari, che peggiorano del 5% la performance del primo trimestre 2015. In controtendenza l’Asia, che registra il record della Cina, che tocca per la prima volta il miliardo di dollari di bottiglie importate in un solo quadrimestre, e fa segnare nel suo complesso (Cina, Giappone, Hong Kong e Corea del Sud) un ottimo +15%.
In termini quantitativi l’andamento è diverso: c’è stato un piccolo recupero, con l’aggregato totale che a giugno fa segnare un +0,4% sullo stesso mese del 2014 (a quota 854 milioni di litri acquistati), dopo che nel primo trimestre si era registrato un calo del 2%. Anche in questo caso, l’Europa migliora il dato di marzo, ma resta in territorio negativo, con il -8% di vino acquistato, mentre nel Continente Americano la crescita rallenta, passando dal +4% di marzo al +3% di questo secondo trimestre. Molto meglio l’Asia, con il trend rialzista che passa dal +18% di marzo al +23% di giugno. Dati che, messi insieme, mostrano il vero problema che sta vivendo il commercio mondiale del vino: la diminuzione del prezzo medio. In Europa il problema maggiore è rappresentato dal mercato russo, a dir poco travagliato, tanto che il prezzo medio è sceso ai livelli più bassi dal 2012, a quota 3,68 dollari al litro, mentre le Americhe restano stabilmente a quota 5,50 dollari al litro, e in Asia la discrepanza tra quantità e valori importati ha effetti drasticamente negativi sul prezzo medio, che continua a scendere, passando dai 6,63 dollari al litro di marzo ai 6,34 di giugno, per un dato aggregato che dice, a livello mondiale, 4,82 dollari al litro, il 3% in meno del trimestre precedente.

Fonte: Winenews


Da taglio Irap e Imu agricola un miliardo di tasse in meno al settore

Ammonterà a circa un miliardo di euro il risparmio per il settore agricolo derivante dal taglio di Irap e Imu agricola, come annunciato dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Il governo punta anche così a rilanciare i vari settori economici del Paese, forte di una stima sul Pil 2015 che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà rivista al rialzo, dallo 0,7% allo 0,9%. Nei campi la manovra sarebbe un toccasana. L'abolizione dell'Imu sui terreni agricoli, spiega la Coldiretti, interessa una platea di circa 3,175 milioni di soggetti solo nei comuni di pianura (per un'imposta di 550 milioni di euro). Lo sgravio riguarda anche i contribuenti possessori di terreni nei territori montani e collinari, che dal 2014 non hanno più beneficiato dell’esenzione, per ulteriori 260 milioni di euro. Inoltre, l’abrogazione dell’Irap in agricoltura riguarda oltre 400 mila imprese (il 10% circa di tutti i contribuenti Irap), che attualmente sono gravate complessivamente per circa 200 milioni di euro all’anno.

Fonte: Tre Biccheri Settimanale


Nel mirino di Ferrari nuove acquisizioni

Vino II gruppo Lunelli ha scorporato le partecipazioni finanziarie da quelle industriali - La situazione patrimoniale è robusta e potrebbe sostenere la crescita per linee esterne

TRENTINO ALTO ADIGE Il gruppo trentino Lunelli scorpora le attività finanziarie da quelle industriali e si avvia a chiudere un bilancio 2015 con una crescita che finora marcia a due cifre; il driver dello sviluppo rimane puntato sulla leadership nelle bevande di alta gamma, sull'estero, ma anche su una crescita per linee esterne con acquisizioni di società. La holding trentina del vino e delle bevande, la Lunelli Spa, ha ceduto alla neo costituita Elle52 le partecipazioni fmanziarie in portafoglio, come ad esempio gli investimenti in fondi di private equity e in fondi hedge per un valore di mercato di poco superiore ai 15 milioni. La holding ha effettuato versamenti in conto capitale in Elle52 per 7,5 milioni nei primi mesi del 2015. Ora sotto l'ombrello di Lunelli spa ci sono, nell'area del core business, le Cantine Ferrari, le acque minerali di Surgiva, le grappe di Segnana, le Tenute Lunelli in Trentino, Umbria e Toscana, il 5o% del Prosecco di Bisol (iscritta in bilancio a 3 milioni) e la Locanda Margon. Nel2o14ilgruppo Lunelli ha realizzato ricavi per 584 milioni, 6%. Oltre confine i ricavi sono rimasti stabili negli ultimi 3 anni, a 64 milioni. «Siamo cresciuti nei mercati core come gli Stati Uniti - osserva l'ad Matteo Lunelli- mentresonomancatiRussia eCina,dove abbiamo cambiato importatore. Stiamo facendo un lavoro gigantesco all'estero per affermare il brand. Ci vuole tempo ma abbiamo ottenuto una serie di riconoscimenti lusinghieri, anche rispetto alla champagne». L'operazione più rilevante nel core business rimane l'acquisizione del 50% della Bisol, che le permette di entrare nel mercato del ProseccoDoc eDocg, in forte crescita su tutti i mercati. «Il 50% di Bisol- specifica Lunelli- vale molto di più dei 3 milioni in bilancio: bisogna tener contro del debito bancario e del fmanziamento erogato alla società. E se in futuro dovessimo sostenerne ulteriormente la crescita potremmo rivedere anche la struttura finanziaria». Lunelli stima che se consolidassero anche Bisol i ricavi del gruppo arriverebbero a 8o milioni. Mentre l'operazione rilevante nell'area delle diversificazioni rimanel'acquisizione diuna quota di Eataly attraverso i13,75% di Clubitaly: l'investimento è di 4,5 milioni. Tuttavia anche dopo questi consistenti investimenti, «manteniamo una grandesoliditàfinaniaria-sostiene Lunelli - Tale da poter pensare a una robusta acquisizione, anche se al moment o non abbiamo nessun dossier allo studio». La posizione finanziaria netta di Lunelli è negativa per circa 3o milioni, ma di poco superiore a due volte l'Ebitda (13 milioni). «L'indebitamento di gruppo - conclude Lunelli - è dovuto alla parte immobiliare e fmanziaria, non certo all'area del vino. Peraltro il debito netto è molto inferiore al valoredelle 20 milioni di bottiglie in affinamento».

Autore: Emanuele Scarci

Fonte: Sole 24 Ore

 

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