Infowine5.11: Accise Eu, studio chiusure a vite

Sondaggio pubblico sulle accise Aperto dalla Commissione Ue

La Commissione UE ha indetto una “consultazione pubblica” online, per conoscere l’opinione dei produttori di bevande alcoliche, distributori e consumatori, sulle normative vigenti in materia di accise sugli spiriti, il vino e la birra.

La consultazione, che terminerà il 27 novembre, dovrebbe fornire indicazioni utili a formulare eventuali proposte innovative, per valutare se le norme vigenti in materia di accise su birra, vino e altre bevande alcoliche debbano essere modificate anche per combattere le frodi fiscali e la vendita di alcolici contraffatti. La Commissione si prefigge anche di valutare eventuali deroghe, l’efficacia della classificazione attuale delle bevande spiritose ai fini accise, e se i piccoli produttori debbano beneficiare di regole più semplici e di aliquote di accisa più basse.
In particolare, il sondaggio online verte sulla Direttiva 92/83/Cee del Consiglio relativa alla armonizzazione delle strutture delle accise sull’alcool e sulle bevande alcoliche. Le aziende possono partecipare direttamente alla consultazione mirata alle parti interessate, che contiene domande dettagliate per i produttori (di vino, birra e bevande alcoliche) e le organizzazioni di settore.
Alla consultazione, in inglese, francese e tedesco, è possibile accedere dal presente link

Le domande possono anche essere scaricate in formato pdf al seguente link:
Questionario per gli operatori economici

 

EAFA: mercato in crescita per le chiusure a vite in alluminio per il vino in Italia

Mercato in forte crescita negli ultimi dieci anni, aumento della preferenza da parte dei consumatori per le chiusure a vite in alluminio per il vino e riciclabilità del materiale. Questo, in sintesi, quanto è emerso dal workshop odierno organizzato da EAFA (European Aluminium Foil Association) presso il SIMEI sui benefici delle chiusure in alluminio per il vino.

“Nel mondo – dichiara Alessandro Bocchio, General Manager BU Vino Italia per Guala Closures Group – sono oltre sei miliardi le chiusure a vite in alluminio utilizzate per il vino. In particolare, in Italia già oggi il 17% dei produttori le utilizzano per la propria produzione (anche per l’Export). Un dato più che significativo se si pensa che solo 10 anni fa, nel nostro Paese, nessuno usufruiva di queste chiusure e il mercato era inesistente. Infine, – conclude Bocchio – un’importante ricerca di mercato realizzata da EAFA in collaborazione con IPSOS* rivela che ben il 40% dei consumatori comprerebbe una bottiglia di vino chiusa con il tappo a vite. Fanno parte dei millennials la maggioranza di coloro che hanno questa preferenza ed è proprio a loro, i consumatori di domani, che questo mercato si rivolgerà, crescendo sempre di più”.

Nel corso del workshop si è anche parlato dell’importante ruolo che l’alluminio ha nella filiera del riciclo. “La sostenibilità – dichiara Gino Schiona, Direttore Generale di CiAI, Consorzio Imballaggi Alluminio – è un elemento chiave delle società produttrici di alluminio in termini di impegno. Se guardiamo al mercato del vino – continua Schiona – dobbiamo tenere in considerazione tutta la filiera della produzione, dall’approvvigionamento idrico al packaging, fino al vino vero e proprio. Da una ricerca di Quantis emerge che lo spreco di vino derivante dall’utilizzo di tappi da sughero è stimato tra il 2% e il 5 %, rispetto allo 0.2% – 0.5% dello spreco del vino tappato con le chiusure in alluminio. L’impatto dello spreco di vino derivante dall’utilizzo del sughero è quindi più rilevante rispetto all’impatto dell’utilizzo dell’alluminio. I tappi in alluminio, infatti – conclude Schiona – riducono lo spreco alimentare e aumentano l’efficienza dell’utilizzo delle risorse”.

La conclusione dei lavori del workshop è stata affidata Gianluca Morino, enologo, titolare di Cascina Garitina e blogger; testimone di come sia possibile adottare le chiusure a vite in alluminio innovative anche per un prodotto così tradizionale come il vino. “In Italia – dichiara Morino – a volte manca la comunicazione diretta ai consumatori sui benefici che le chiusure in alluminio per il vino possono avere per la tutela organolettica dello stesso. Come produttore, ho scelto l’utilizzo di queste chiusure poiché il mio interesse è che i miei clienti assaporino il vino che io ho pensato per loro, senza che agenti esterni possano in qualche modo alterarlo (TCA). Siamo nel bel mezzo di un processo di innovazione – Conclude Morino – che, da una parte, vede un prodotto come le chiusure a vite in alluminio sempre in crescita e dall’altra l’utilizzo massiccio dei social network attraverso cui noi produttori abbiamo la possibilità di dialogare continuamente con i nostri consumatori tutelando le loro scelte ”.

 

*La ricerca di IPSOS è disponibile al questo link

La nuova democrazia del vino “bisogna stare attenti alla deriva populista della critica”

La nuova democrazia del vino: grazie al web chiunque può dare un voto, un giudizio o un opinione su un vino o una cantina. Ma, ammonisce il wine writer Matt Kramer dal “Wine Spectator”, “bisogna stare attenti alla deriva populista della critica”

Il mondo del vino, negli ultimi anni, ha vissuto ogni sorta di mutamento, sia da un punto di visto produttivo che commerciale, ma anche, se non soprattutto, comunicativo. Quella che stiamo vivendo, infatti, è una vera e propria “nuova democrazia del vino”, o meglio “New Wine Democracy”, come l’ha definita Matt Kramer, wine writer di lungo corso (ha iniziato nel lontano 1976) dalle colonne del “Wine Spectator” (www.winespectator.com), per raccontare una dinamica che, grazie al web, riguarda praticamente qualsiasi aspetto della quotidianità: chiunque, oggi, può dare voti, giudizi e opinioni su vini e cantine, un fenomeno, nell’enosfera, decisamente nuovo.
“Fino a pochissimi anni fa - ricorda Kramer - non c’era alcuna democrazia nel mondo del vino, tutto passava per una manciata di privilegiati che, grazie ad uno spazio su un quotidiano o su un magazine, avevano una voce pubblica. Tutte le altre possibili voci, semplicemente, erano mute, inesistenti”. Oggi è diverso, ed il cambiamento in atto è “un fenomeno assolutamente positivo, direi addirittura vitale: senza questa nuova democrazia, tante piccole aziende farebbero fatica a trovare una propria nicchia di appassionati, finirebbero schiacciate dai big”. C’è però un rovescio della medaglia che, in realtà, è il rovescio della medaglia della stessa democrazia: “la possibilità per gli elementi più “tossici” della società - come li definisce Kramer - di abusare della libertà di parola, dando voce ad atteggiamenti offensivi e nocivi per tutti”. Ne nasce così un dualismo che rischia di rivelarsi come il vero limite di tanta democrazia: “da una parte ci sono i populisti, figli di un abuso del concetto di democrazia, pronti a scagliarsi contro, con ogni arma verbale, persino la denigrazione, i cosiddetti snob o elitari, etichetta pronta per essere applicata a chiunque non sia d’accordo con loro, in un atteggiamento che - spiega Kramer - rischia spesso di sfociare nel paranoico”.
Si crea così l’illusione che, con un approccio democratico “ogni vino sia creato uguale, ed abbia uguale dignità, perché ogni opinione ha, in democrazia, lo stesso valore. Ma non è così: la voce del popolo non è sempre e comunque la voce della ragione, neanche quando si fa più forte. Nel mondo del vino - conclude il columnist del “Wine Spectator” - ci sono delle gerarchie, dei vini migliori di altri e chi, come me, ha passato una vita a raccontarli, non ha alcun timore di essere definito snob o elitario”.