Infowine31.7: Ocm, strappo Trentino, Lambusco

Ocm Vino: progetti di promozione, finanziati in Toscana e in Sicilia, e quota dei progetti multiregionali by Ministero delle Politiche Agricole

Iniziano ad arrivare i nomi e gli importi dei progetti per la promozione del vino italiano nei Paesi terzi, finanziati con i fondi Ocm 2015/2016. Si parte con Toscana e Sicilia, e con il finanziamento delle Politiche Agricole ai multiregionali

Tra graduatorie regionali e multiregionali, iniziano ad arrivare i nomi e gli importi dei progetti per la promozione del vino italiano nei Paesi terzi, finanziati con i fondi Ocm 2015/2016. “La buona notizia è che, per la prima volta, abbiamo utilizzato praticamente tutte le risorse, anzi, sui progetti multiregionali, fino ad oggi poco utilizzati, c’è stata richiesta di finanziamento ben oltre i fondi disponibili”, commenta, a WineNews, Silvana Ballotta, alla guida dello studio specializzato di consulenza “Business Strategies”.
Un successo, quello dei progetti multiregionali, dovuto anche alla mancanza di risorse sulla quota nazionale perché, come noto, già impegnate nelle nuove annualità di progetti pluriennali già finanziati. La nota dolente, semmai, è che dei 14 milioni di euro previsti (e sui quali erano state modulate le cifre dei progetti e la richiesta di finanziamenti), alla fine a reale disposizione del Ministero delle Politiche Agricole ne sono risultati poco più di 10 (https://goo.gl/hta7q9) e di conseguenza si è deciso di rivedere a ribasso l’importo di tutti i finanziamenti richiesti. Ed i progetti ammessi, ora, torneranno al vaglio delle Regioni del capofila proponente (il Piemonte è la più presente in questo senso), che dovranno decidere come assegnare la loro parte di fondi a disposizione.
Ad ora, i progetti multiregionali con il più alto finanziamento da parte del Ministero sono quelli del “Consorzio Export Quality Wine”, di cui fanno parte, tra le altre, cantine come Rocca di Castagnoli, Les Crètes, La Spinetta o La Raja, e dell’Ati “Alba Wine - Non solo bolle”, con 693.783 euro ognuno (a fronte di due progetti da 4 milioni di euro a testa, per un finanziamento richiesto al Ministero di 1 milione di euro), quello dell’Ati “Dop in the world Unavini”, con 692.136 euro (progetto da 3,9 milioni, con un finanziamento richiesto di 997.624 euro), tutti dal Piemonte. Poi quello di “Confagri Promotion” (società consortile partecipata da Confagricoltura, Consorzio per la Tutela dell’Asti, Gruppo Italiano Vini, Banfi e Bia) con 675.572 euro (progetto da 3,8 milioni con una richiesta di finanziamento di 973.751 euro), che è uno dei soggetti più attivi, visto che ha ricevuto l’ok anche per altri 602.772 euro su un altro progetto (da 3,4 milioni, su 868.819 euro di richiesta di finanziamento), entrambi nella Regione Lazio, e poi quello del Gruppo Italiano Vini, con 641.217 euro di finanziamento (su 924.232 richiesti per un progetto da 3,6 milioni di euro) in Veneto.
A livello Regionale, invece, le più solerti a pubblicare i decreti e le relative graduatorie sono state Sicilia e Toscana, due delle Regioni più importanti del vino italiano, mentre mancano ancora all’appello (ma arriveranno nei prossimi giorni) il Veneto (Regione con il budget promozione più alto in assoluto (oltre 11 milioni di euro sui 71 in mano alle Regioni) e il Piemonte.
Guardando alle due Regioni top disponibili, dunque, in Sicilia, dove sono stati ammessi a finanziamento 29 progetti per un totale di oltre 9 milioni di contributo (6,7 di fondi comunitari più 2,2 di fondi regionali, http://goo.gl/aclnbx), per una somma complessiva di 16,8 milioni di euro di investimento attivato, spiccano nettamente i 2,4 milioni di euro di finanziamento assegnati alla “Rti Sikelia”, che ha per capofila Assovini Sicilia e vede coinvolte tutte le più importanti griffe del vino regionale (da Planeta a Settesoli, da Tasca d’Almerita a Cottanera, da Cusumano a Duca di Salaparuta, da Firriato a Occhipinti, da Donnafugata a Valle dell’Acate, da Cos a Terrazze dell’Etna, per dirne alcune), in un progetto da 4,8 milioni di euro complessivi. Ma di rilievo anche i 734.880 euro (su un progetto da 918.601 euro) a beneficio dell’Ati “Sicily Around The World”, che ha per capofila Lauria Vito (Vini Lauria).
In Toscana, invece, 22 i progetti ammessi a finanziamento, per un tale di contributo comunitario di 7,02 milioni di euro, che attiverà una somma complessiva di 15,7 milioni di euro (http://goo.gl/yIDpnp). Al top per finanziamento quello dell’Ati guidata da “Casa Sola di Giuseppe Gambaro” con 499.996 euro (per un progetto da 1,249 milioni di euro), seguito da quello di Fattoria di Calcinaia, con 499.942 euro (su 1,249 milioni di euro), e da quello Giuntini Antinori Massetti Federico, con 499.341 euro (su 1,248 milioni di euro). A distanza di pochi spiccioli anche il progetto di Viticola Toscana Spa, con 497.912 euro (su 995.825 euro), e dell’Ati guidata da Le Corti, con 497.770 euro (su 995.541 euro). Anche se, nel Granducato, il finanziamento complessivo maggiore è andato a PromoSiena srl, società della Camera di Commercio di Siena: 777.903 euro, divisi in due progetti, dal valore complessivo di 1,55 milioni di euro.
Capitolo a parte, invece, quello dei Consorzi del Vino di Toscana, che avevano un budget loro riservato: 1,4 milioni di euro di contributi complessivi, per 2,9 milioni di euro di investimento attivato. A beneficiarne il Consorzio del Brunello di Montalcino (499.765 euro su un progetto da 999.530 euro), il Consorzio del Vino Chianti (495.423 euro su un progetto da 1,03 milioni di euro), il Consorzio del Chianti Classico (361.060 euro su 722.120) ed il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano (117.532 euro su 235.065).
La grande macchina della promozione del vino italiano nel mondo, con un export sempre più fondamentale per le cantine del Belpaese, insomma, non si ferma, ed ha ancora tanta benzina nel serbatoio.

Focus - I contributi del Ministero delle Politiche Agricole ai Progetti Multiregionali
(Regione capofila/Beneficiario/Importo complessivo/Contributo richiesto/Contributo accordato
Puglia/United Wines of Italy € 1.048.617,00/€ 262.154,25/€ 181.878,40
Toscana/Banfi Società Agricola srl € 1.332.198,00/€ 333.049,50/€ 231.064,38
Toscana/Marchesi Antinori Spa e Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute scarl/€ 1.398.326,00/€ 349.581,50/€ 242.534,01
Toscana/Marchesi Antinori Spa Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute scarl/€ 1.399.780,00/€ 349.945,00/€ 242.786,20
Toscana/Ruffino srl, Tenuta di Bagnolo, Azienda Agricola Costanti, Azienda Agricola Eredi Fuligni, Molino di Grace srl, Poggio al Tesoro srl, Tenute Ruffino/€ 1.400.000,00/€ 350.000,00/€ 242.824,36
Lombardia/Ati Interwine/€ 498.922,40/€ 124.730,60/€ 86.536,08
Lombardia/Consorzio Volontario di Tutela dei Vini Lugana Doc/€ 249.924,00/€ 62.481,00/€ 43.348,31
Lombardia/Ati “Wine Mosaic” Castello del Poggio/€ 1.949.224,08/€ 487.306,02/€ 338.085,07
Lombardia/Ati Tmt Emozioni/€ 1.400.000,00/€ 350.000,00/€ 242.824,36
Friuli Venezia Giulia/Costituenda Ati “Le Famiglie del Vino nel mondo”/€ 2.586.324,60/€ 646.581,15/€ 448.587,59
Friuli Venezia Giulia/Costituenda Ati “Baschi”/€ 750.467,24/€ 187.616,81/€ 130.165,52
Lazio/Federdoc/€ 396.588,36/€ 99.147,09/€ 68.786,65
Lazio/Confagri Promotion scarl/€ 3.895.004,00/€ 973.751,00/€ 675.572,76
Lazio/Confagri Promotion scarl/€ 3.475.278,00/€ 868.819,50/€ 602.772,97
Lazio/Costituenda Ati “I Vini d’Italia”/€ 2.092.534,89/€ 523.133,72/€ 362.941,75
Liguria/Enoteca Regionale della Liguria/€ 312.000,00/€ 78.000,00/€ 54.115,14
Piemonte/Ati Fontafredda - Enoteca Regionale della Liguria/€ 2.000.000,00/€ 500.000,00/€ 346.891,95
Piemonte/Consorzio Export Quality Wine/€ 4.000.000,00/€ 1.000.000,00/€ 693.783,89
Piemonte/Ati Piedmont Good Wines Capofila/€ 3.000.000,00/€ 750.000,00/€ 520.337,92
Piemonte/Ati Albawine “Non Solo Bolle”/€ 4.000.000,00/€ 1.000.000,00/€ 693.783,89
Piemonte/Ati Dop in the World Unavini/€ 3.990.499,78/€ 997.624,95/€ 692.136,12
Piemonte/Ati Villa Rivalta Capofila/€ 1.000.000,00/€ 250.000,00/€ 173.445,97
Piemonte/Ati Consorzio Asti - Enoteca Italiana/€ 3.345.568,31/€ 836.392,08/€ 580.275,35
Piemonte/Toso Spa/€ 230.000,00/€ 51.750,00/€ 35.903,32
Piemonte/Ati Veglio Michelino/€ 500.000,00/€ 125.000,00/€ 86.722,99
Piemonte/Ati Biwe/€ 320.000,00/€ 80.000,00/€ 55.502,71
Piemonte/Vindarte Rabezzana Vini/€ 500.000,00/€ 125.000,00/€ 86.722,99
Piemonte/Wineit/€ 1.848.000,00/€ 462.000,00/€ 320.528,16
Veneto/Giv/€ 3.696.928,42/€ 924.232,11/€ 641.217,35
Veneto/Consorzio di Tutela della Doc Prosecco/€ 1.200.000,00/€ 300.000,00/€ 208.135,17
Veneto/Consorzio Divinitalia/€ 210.000,00/€ 52.500,00/€ 36.423,65
Veneto/Tommasi Viticoltori/€ 1.253.058,04/€ 313.264,51/€ 217.337,87
Veneto/Italia del Vino/€ 2.173.617,45/€ 543.404,36/€ 377.005,19
Umbria/Ati Fup - Capofila Associazione Made in Umbria/€ 1.299.476,38/€ 324.869,10/€ 225.388,95
Totali/€ 58.752.336,95/€ 14.682.334,24/€ 10.186.367,00


Trentino, lo strappo dei Vignaioli.

Nasce il Consorzio di promozione

La differente visione sull'opportunità di creare una Doc interregionale Pinot grigio è stata solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di fatto, per l'Associazione Vignaioli del Trentino, che a febbraio era uscita dal Consorzio di tutela sbattendo la porta, è scaduto ogni termine. “
Abbiamo capito che non c'è spazio di manovra e quindi abbiamo deciso di dar vita a un Consorzio per la promozione del nostro vino”. L'atto notarile è pronto e le 60 aziende, che rappresentano circa 2,5 milioni di bottiglie, guardano avanti. “
Dispiace che dopo vent'anni di strada comune si arrivi a questo” dice il presidente dei Vignaioli, Lorenzo Cesconi “ma non sono state mantenute le promesse e non si è voluto dare il giusto valore alla tipicità del prodotto trentino. Quindi nascerà un consorzio che, rispetto all'associazione non profit, consentirà di fare promozione e aprire dei punti vendita collettivi”. Il primo di questi è già pronto ad Aldeno, nella sede appena rinnovata, e sarà inaugurato dopo la vendemmia. “
Punteremo su eventi locali e incoming di operatori e giornalisti” spiega Cesconi “ vorremmo anche mettere a sistema i nostri dati per snellire le pratiche burocratiche e stiamo lavorando a convenzioni coi fornitori, dalle macchine ai fitofarmaci, per migliorare il nostro potere d'acquisto”. La promozione? “ Il piano sarà pronto entro l'autunno. E verificheremo se si può attingere ai fondi Psr. Ma siamo pronti anche ad  autofinanziarci integralmente
”. –
G. A.

 


Igp Emilia, il Consiglio di Stato chiude la querelle sul disciplinare del Lambrusco

Nessuna possibilità per i produttori fuori zona. Il Consiglio di Stato mette la parola fine ai ricorsi contro il nuovo disciplinare dei vini Igp Emilia, approvato con decreto Mipaaf nel luglio 2013, che aveva rivisto i confini di produzione del Lambrusco.

Le cantine ricorrenti, alcune anche produttrici di Lambrusco da oltre 30 anni in Veneto, Lombardia e Piemonte, dovranno rinunciare a spumantizzare il Lambrusco nei rispettivi stabilimenti; invece, dovranno acquistarlo tra Modena e Reggio Emilia e trasportarlo con cisterne pressurizzate nelle rispettive aree di imbottigliamento. I giudici, infatti, hanno ribadito la correttezza del la sentenza del Tar del Lazio del 2014, hanno rigettato la richiesta di deroghe, sottolineando che la vinificazione dei vini Igp Emilia deve avvenire esclusivamente nella zona di produzione e zone limitrofe indicate nel disciplinare e che con il termine “produzione” si intendono
“tutte le operazioni eseguite, dalla vendemmia dell’uva fino al completamento del processo di elaborazione (presa di spuma e frizzantatura; ndr), mentre l’imbottigliamento è consentito nei paesi dell’area comunitaria”, secondo l'art. 6 del Reg. CE 607/2009.
La conclusione della vicenda, durata due anni e mezzo, per il Consorzio è di “straordinaria importanza per viticoltori, cantine sociali e imbottigliatori emiliani. Coroniamo il comune impegno per assicurare ai nostri territori la possibilità di generare nuova ricchezza e lavoro”, dice il presidente Davide Frascari. Il Consorzio ha scelto di intervenire a tutela del prodotto e a garanzia dei consumatori, migliorando i controlli su una filiera che produce 120 milioni di bottiglie annue, con un 38% di imbottigliato fuori zona. Nel frattempo qualche azienda ha ripensato la propria strategia. È il caso della Contri: dopo il primo 'no' ai ricorsi da parte del Tar laziale, l'azienda veronese non ha fatto ricorso al Consiglio di Stato ma ha optato per l'ingresso nel Consorzio di tutela e per l'apertura (imminente) di uno stabilimento a Campogalliano (Modena), che potrebbe essere operativo già da questa vendemmia.

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