Infowine18.2: Media wine automation

Il nostro obiettivo è semplice: fornire gli strumenti adatti alla vostra attività.

Strumenti che semplificano ed agevolano il vostro lavoro.

La chart illustra i processi della nostra proposta dedicata agli Enologi: l'unione di più realtà garantisce un servizio completo ed efficace per l'azienda.

Cosa include?

  •     Software Analisi Vino e controllo delle Vasche. La cantina avrà un quadro generale di tutti i suoi processi, comprese le ricette e i consigli dell'enologo.
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  •     Visibilità nel portale Vinievino a livello nazionale ed internazionale
  •     Lista importatori e distributori
  •     Referenziazione su Google (nelle prime pagine)

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Patrimonio Unesco? I sindaci scendono in campo

LA PROPOSTA UNA CANDIDATURA CHE NASCE DALLA BASE. MA SERVE UN SACCO DI SOLDI

«Una candidatura 'popolare', sostenuta dal più ampio schieramento di forze sociali, economiche, culturali e ambientaliste del territorio». E' il parere di Tessa Capponi, presidente della fondazione per la tutela del Territorio Chianti Classico, in merito alla candidatura del Chianti nella lista dei territori patrimonio Unesco, deliberata dall'assemblea dei soci del Chianti Classico. A distanza di tre secoli dal bando del granduca Cosimo III de' Medici, che stabiliva con precisione i territori dove dovevano essere prodotti i vini per ottenere la denominazione corrispondente, una vera e propria Doc ante-litteram, i soci quasi all'unanimità hanno deciso di iniziare il processo di inserimento del territorio Chianti, i cui confini coincidono con quello della produzione del vino Chianti Classico, nella lista dei siti patrimonio dell'Unesco. Un progetto oneroso —il costo della candidatura ammonta a 226.500 euro — e anche ambizioso che vuole rafforzare il già saldo legame tra il territorio, i suoi prodotti vitivinicoli e le potenzialità turistiche della zona che può essere considerata un unico distretto produttivo con numeri da grande impresa: fatturato globale stimabile in oltre 700 milioni di euro, valore della produzione vinicola imbottigliata di circa 4UU milioni di euro. Il Consorzio Chianti Classico, che ci ha messo circa un anno per studiare il materiale per la candidatura, adesso chiederà formalmente alle amministrazioni locali e alle associazioni di sostenere la proposta. «La candidatura all'Unesco è una scelta che condividiamo in pieno, senza dubbio solo la proposta dà valore aggiunto ai nostri territori» dice Marcello Bonechi, coordinatore della conferenza permanente dei sindaci del Chianti fiorentino e senese, già pronto a sposare il progetto «che è alla base dell'ottima intesa che c'è tra il Consorzio e le istituzioni locali». Nei prossimi giorni il Consorzio Chianti Classico lancera una campagna informativa per coinvolgere il tessuto economico e sociale chiantigiano, contemporaneamente lavorerà sugli aspetti tecnici e giuridici per ottenere l'iscrizione nella lista entro l'anno. «Sarebbe la ciliegina sulla torta» ha commentato Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Gallo Nero durante la «Col-lection» della Leopolda. Aspettando l'Unesco, i sindaci di Barberino, Castellina, Castelnuovo, Greve, Radda, San Casciano e Tavarnelle, proprio nei giorni scorsi hanno sottoscritto il «brand Chianti» per rilanciare l'immagine del territorio su scala internazionale, migliorare l'offerta turistica e la qualità della vita dei cittadini, consolidando un progetto unitario avviato nel 2012. Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Gallo Nero, alla «Collection» della Leopoldo a Firenze

 

Autore: BARBARA BERTI

Fonte: Nazione Firenze


Prezzi decuplicati La "febbre da Doc" è sempre più alta

Oltre la metà delle bottiglie vanno all'estero Ia «febbre da Brunello», come la definisce il sito WineNews, è sempre più alta.

 II successo della vendemmia 2010 ha portato le cantine del territorio al quasi tutto esaurito (comprese le scorte delle vendemmie precedenti), le quotazioni dello sfuso, pressoché inesistente, sfiorano i mille euro al quintale, mentre i prezzi dei terreni in mezzo secolo di Doc si sono decuplicati: oggi un ettaro di vigneto è quotato oltre 500mila euro. «Nonostante ciò - osserva il direttore di WineNews, Alessandro Regoli - è in corso un vero e proprio "Risiko" su terreni e proprietà, con tante aziende passate di mano negli ultimi 12 mesi, e dove chi può, sull'onda di fatturati in crescita e ottime marginalità, cerca di comprare il possibile». «La produzione 2015 di Brunello di Montalcino supererà abbondantemente i nove milioni di bottiglie - dice il presidente del Consorzio di Tutela Fabrizio Bindocci - 68 per cento delle quali fmiranno sulle tavole straniere»

1000 euro a quintale è la quotazione dello sfuso, pressoché inesistente Eccellenza italiana La produzione 2015 di Brunello di Montalcino supererà abbondantemente i noue milioni di bottiglie, 68 per cento delle quali finiranno sulle tavole stranieri

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