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Ecco il “5 Star Wines”, il nuovo concorso internazionale firmato Vinitaly

La qualità del vino giudicata da una giuria internazionale, certificata e comunicata con un simbolo visibile sulla bottiglia, come già avviene in tanti mercati del mondo: ecco il “5 Star Wines”, il nuovo concorso internazionale firmato Vinitaly

Ecco il logo del nuovo concorso 5 Wine Stars Award by VinitalyLa qualità del vino certificata e comunicata con un simbolo visibile sulla bottiglia, utilizzabile come strumento di marketing e di distintività per i produttori negli affollati scaffali di enoteche e supermercati, anche in Italia, come già avviene in molti mercati stranieri, Usa in primis, per “guidare” i consumatori nell’acquisto: ecco il “5 Star Wines”, che prende il posto del Concorso Enologico Internazionale di Vinitaly (dopo 22 edizioni, http://goo.gl/DxcsyC), con una giuria internazionale messa insieme da Veronafiere, che assegnerà il riconoscimento ai vini in gara che avranno ottenuto un punteggio minimo di 90 centesimi.
Il simbolo dei vini che si fregeranno del “5 Star Wines” sarà “un logo geometrico, moderno, che ricorda stilizzata l’Arena di Verona, contenente il punteggio in centesimi, e studiato per essere applicato alla bottiglia ed essere ben visibile da diverse angolazioni”, spiega Vinitaly. Niente più medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, dunque, ma una selezione dei vini migliori, sintetizzata anche a livello visivo, sulle bottiglie, per rendere “più trasparente il rapporto con il mercato, dove a un premio corrisponde un valore reale, immediatamente codificabile dal consumatore e dai buyer”.
Con l’ulteriore garanzia che a giudicare i vini di tutto il mondo, a cui il concorso è aperto, saranno giudici di rango internazionale, e che conoscono bene le diverse realtà enoiche del pianeta. La giuria, infatti, sarà formata da commissioni di esperti coordinate da Ian D’Agata (direttore Scientifico di Vinitaly International Academy, con 15 anni di esperienza nei più importanti concorsi enologici, tra cui l’International Wine Challenge e il Decanter World Wine Awards, anche come panel chairman), e divise per macro aree: ad esempio, Stati Uniti/Canada, Sud America, Francia, Germania/Austria, Italia (quest’ultima articolata per zone di produzione) e Cina. “Ciò significa che ogni campione, qualsiasi sia la sua origine, potrà contare su un giudizio basato sull’effettiva conoscenza degli specifici vini e delle area geografica di provenienza”.
Ad affiancare Ian D’Agata, come “general chairmen”, saranno nomi come il sommelier svizzero di fama internazionale Paolo Basso, il direttore del “Le Figaro - Vin” Bernard Burtschy, l’ingelse Robert (Editor-at-large di Meininger’s) e il Master of Wine spagnolo Pedro Ballesteros Torres, mentre in veste di “panel chairmen” ci saranno Master of Wine come Charles Curtis dagli Usa, Andy Howard, Marcia Waters e Sebastian Payne dal Regno Unito, Barbara Phillip e Igor Ryjenkov dal Canada, ma anche Master Sommelier come Kathy Morgan dagli Stati Uniti e Bruce Walner dal Canada, il cinese Yanh Lu, responsabile degli acquisti di vino per la catena di resort di lusso Shangri-La Hotels Asia, giornalisti come Stephen Brook e Monty Waldin della rivista Uk “Decanter”, Abi Duhr dal Lussemburgo e Fabricio Portelli dall’Argentina, ed i sommelier di due dei più importanti ristoranti italiani, Giuseppe Palmieri de l’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura, e Vincenzo Donatiello del Piazza Duomo di Alba di Enrico Crippa. “Ciò significa che ogni campione qualsiasi sia la sua origine - spiega Vinitaly - potrà contare su un giudizio basato sull’effettiva conoscenza degli specifici vini e delle area geografica di provenienza”.
Confermati, invece, i Premi Speciali pensati per dare un riconoscimento alle aziende che maggiormente si distingueranno: oltre al “Premio Gran Vinitaly” (assegnato alle due aziende, una italiana e una estera, che conquisteranno i punteggi più alti), si aggiungono il “Trofeo Vino Bianco”, il “Trofeo Vino Rosso”, il “Trofeo Vino Rosato”, il “Trofeo Vino Frizzante”, il “Trofeo Vino Dolce” ed il “Trofeo Vino Spumante”, sulla scia di quanto avviene in altri concorsi internazionali. Per dare ancora più valore alla nuova iniziativa, i vini vincitori del Premio Internazionale Vinitaly - 5 Star Wines, saranno presentati in apposite degustazioni a Vinitaly e negli eventi di Vinitaly International.
“Anche la scelta delle data, dall’1 al 3 aprile 2016, a pochi giorni dell’apertura di Vinitaly (10-13 aprile 2016 - www.vinitaly.com), permette alle aziende vincitrici di presentare i propri prodotti, comunicando i premi ottenuti ai buyer, che possono così avere uno strumento immediato per scegliere tra le nuove produzioni. L’apertura delle iscrizioni e il ricevimento campioni deve avvenire tra l’1 febbraio e il 18 marzo 2016”.

Fonte: Winenews,


Boom della produzione di AMARONE & RECIOTO: +40% nel 2015

“Continua a crescere la produzione di Amarone e Recioto della Valpolicella complici il sole e le temperature elevate. La vendemmia di quest’anno e’ stata di ottima qualità e quantità registrando un + 40% rispetto al 2014 e un + 20% con la media degli ultimi anni”.

Lo dice all’Agi il presidente del Consorzio per la Tutela dei vini Valpolicella Christian Marchesini che non e’ soltanto confortato dalla buona sorte ma sostenuto da una lungimirante visione di studio di qualità di prodotto e di mercato di questo che e’ un vero e proprio ‘protagonista’ del made in Italy.
Continua il Presidente: “per un miglior prodotto e per far lievitare ulteriormente gli affari ho chiesto ai soci del Consorzio di consentire al vino di restare più a lungo in affinamento, aumentandone il valore al momento della vendita. Si tratta di una leva finanziaria importante. Non dimentichiamoci che mettere in affinamento per piu’ dei tre anni necessari significa per i produttori grandi e piccoli dover affrontare rischi economici di varia natura: pagare in anticipo le aziende che conferiscono le uve e mancanza di liquidita’ per promuovere il prodotto all’estero“.
“Sono convinto –  prosegue Marchesini – che questa sfida porterà la conoscenza del prodotto a un valore superiore e soprattutto manterra’ la qualita’ non inflazionando il mercato presentandolo tutto insieme. Come presidente del consorzio della Valpolicella, ma ancor piu’ come rappresentante di 275 aziende che incontrano e si scontrano ogni giorno con il mercato, e’ importante curare la nostra politica di espansione estera con un messaggio di prestigio italiano. La nostra attivita’ di internazionalizzazione vuole andare oltre il Nord Europa e il Nord America Affrontando anche aree per noi nuove. Porto come esempio la Cina che, ha mostrato un notevole interesse per il nostro Amarone della Valpolicella quando ci ha incontrati lo scorso novembre, convincendoci a ritornare a Maggio 2016. Il ‘terreno’ asiatico, che finora ha conosciuto ed amato il prodotto francese, va coltivato perché le sue potenzialità per noi non sono solo nei numeri ma nell’ appeal che i vini della Valpolicella hanno sul popolo del Dragone”.

L’AMARONE È IL FRATELLO DEL DOLCE RECIOTO

Entrambi i vini sono ottenuti da uva appassite di Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e Negrara. Queste vengono raccolte manualmente a settembre e lasciate ad appassire naturalmente in cassettine. Così l’acqua contenuta negli acini evapora e si concentra natualmente il mosto. A gennaio, quando pigiamo le uve, le concentrazioni zuccherine sono davvero alte e permettono di sviluppare vini molto strutturati ed importanti. La differenza principale tra Recioto e Amarone sta proprio nella fermentazione: nell’Amarone tutta la parte zuccherina viene trasformata in parte alcolica e si ottine così un vino strutturato, deciso e alcolico. Nel Recioto la fermentazione viene interrotta a metà e così si ottiene un vino da dessert con una parte zuccherina importante. Si narra che ormai 70 anni fa un vinificatore si è dimenticato una botte di recioto: qui i lieviti naturali presenti nel vino hanno iniziato a fermetare e a trasformare tutto lo zucchero in alcool. Alla fine, questo vinificatore, ha trovato che il Recioto era “scapà” ed era diventato secco, dando così origine all’amarone
Fonte: www.vogadorivini.it


INDAGINE MEDIOBANCA MBRES

Le principali società vinicole italiane nel 2014

L’indagine, condotta dal MBRES (Ufficio Studi di Mediobanca https://www.mbres.it/)  riguarda 122 principali società di capitali italiane operanti nel settore vinicolo che nel 2013 hanno fatturato più di 25 milioni di euro. L’aggregato ha espresso nel 2013 un fatturato pari a 6,1 miliardi di euro, per un tasso di rappresentatività del 51% in termini di produzione e del 60,4% in termini di export. Le evidenze economico-finanziarie sono state integrate con interviste alle imprese volte a valutare i dati pre-consuntivi del 2014, le attese sulle vendite per il 2015 e alcuni aspetti della struttura commerciale.

LO SCENARIO VINICOLO ITALIANO

Nel 2013 la produzione mondiale di vino è valutata dall’OIV in 287,6 milioni di ettolitri, in aumento del 12,2% rispetto al 2012 (256,2 milioni), il valore più alto del quinquennio. La previsione per il 2014 è di una vinificazione a 271 milioni di ettolitri in leggera contrazione rispetto all’anno precedente (- 5,8%). Le stime per il 2014 segnano il ritorno della Francia nella posizione di primo produttore mondiale con 46,2 milioni di ettolitri contro i 44,4 milioni dell‟Italia e i 37 della Spagna.

Nel 2013 il valore della produzione italiana è stimabile in 11,9 miliardi di euro. Le stime Istat per il 2013 indicano una quota di produzione di vini Doc e Docg  pari al 38,5% del totale (in progresso dell’8,2% sul 2012); ad essa si aggiungono i vini Igt  con il 35% (+25,8% sul 2012) e, a saldo, i vini comuni che contano per il residuo 26,5%.  Una quota consistente della produzione italiana è esportata, con un saldo attivo passato dai 760 milioni di euro nel 1990 a 4,7 miliardi nel 2013. I dati dell’Istat relativi al 2014 riportano un progresso delle esportazioni sul 2013, sia a quantità (+1,1%) che a valori (+1,4%)- Il fatturato aggregato delle 122 società vinicole italiane oggetto dell’indagine è cresciuto nel 2013 del 5,9%, media dello sviluppo del fatturato estero (+9,1%) e di quello nazionale avanzato del 2,9%. Per il  2014 si confermano la prosecuzione della crescita, ma in ulteriore rallentamento: +1,4% le vendite totali, invariate in Italia, +2,8% oltre confine.

Circa le aspettative per il 2015, vi sarebbe un ulteriore assottigliamento delle due fasce estreme, quella che si attende una crescita oltre il 10%  e quella che intravede una contrazione; si amplia al 73,5% l’incidenza delle attese positive ma sotto il 10% (al 50% quelle sotto il 5%). Il dato lascia intendere un atteggiamento prudente nella formulazione delle previsioni, in un contesto che permane condizionato da grande incertezza e induce un posizionamento generalizzato nell’intervallo intermedio delle performance.

Le aree mondiali di destinazione delle vendite vedono la prevalenza dei mercati di prossimità (Paesi UE) che hanno assorbito nel 2014 il 50,4% del fatturato estero, con un incremento sul 2013 dell1,7% (quando pesavano il 51,1%). Il Nord America rappresenta la seconda area di riferimento, pari al 32,3% del totale, in aumento del 6,1% sul 2013 (31,4%). Africa e Medio Oriente sommano l’11,1%, in regresso del 3,3%, mentre i mercati asiatici e del Far East, pur realizzando incrementi di portata rilevante (+16,9%), sono ancora marginali restando sotto il 5% del totale

I MAGGIORI PRODUTTORI VINICOLI ITALIANI

I tre maggiori produttori italiani per fatturato nel 2014 sono stati il gruppo Cantine Riunite-GIV (536 milioni di euro, +0,3% sul 2013), Caviro (314 milioni, -2,0%) e la divisione vini del Gruppo Campari (209 milioni, in calo dell‟8,3% sul 2013). Seguono la Antinori, che nel 2014 ha realizzato una crescita del 4,8% portandosi a 180 milioni di euro, la cooperativa Mezzacorona a 171 milioni di euro (+5%) e appaiate a 160 milioni la Fratelli Martini (+1,8%) e la Zonin (+4%).  Solo una società ha realizzato un aumento dei ricavi superiore al 10%: è la forlivese Mgm con vendite a 73 milioni (+10,1% sul 2013). Altre variazioni degne di nota hanno interessato la Ruffino (+8,4% a 81 milioni) e il Gruppo Santa Margherita (+7,8% a 110 milioni). Nell’insieme la graduatoria si mostra stabile, almeno nelle prime dieci posizioni. Alcune società hanno una quota di fatturato estero quasi totalitaria: la Ruffino al 92,9%, la Masi Agricola al 90,5% e la F.lli Martini con l‟89,5%. Solo sei gruppi hanno una quota di export inferiore al 50% delle vendite.

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A questi primi 25 gruppi produttori segue una quindicina di altri produttori vinicoli con fatturati superiori ai 40 milioni di euro, nell’ordine: La Gioiosa (62 Mn €), La Marca (60), Caldirola (58), Settesoli (55), Ferrari (52), Valdo (49), Piccini (48), Fontanafredda (47), Farnese (47), Sartori (45), Castellano (44), Bottega (44), Viticoltori Ponte (44), Natale Verga (42), Duca di Salaparuta (42), Toso (41).

 

(per una più  ampia ed articolata classifica dei produttori italiani di vini cfr http://www.annadimartino.it/vino-2014/)

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