Roma, 17 dicembre 2025
Il mercato del vino italiano sta attraversando una fase di profonda trasformazione, in cui diminuiscono i consumi in volume ma cresce il valore complessivo. È quanto emerge dall’analisi sui Trend del Vino 2025–2026 realizzata da Vinarius – Associazione delle Enoteche Italiane, sulla base dei dati raccolti dalla propria rete di enoteche su tutto il territorio nazionale.
Le enoteche si confermano osservatori privilegiati e punti di riferimento culturali per intercettare e interpretare l’evoluzione del mercato del vino”.
Al centro dello scenario futuro si conferma il processo di premiumizzazione: i consumatori acquistano meno bottiglie, ma scelgono vini di maggiore qualità, fortemente identitari e legati al territorio. Le denominazioni non sono più percepite come semplici sigle, ma come sistemi narrativi che valorizzano storia, zonazioni, vitigni e unicità produttive.
Accanto ai grandi rossi tradizionali, continua a crescere l’interesse per vini bianchi, rosati e spumanti, in particolare Metodo Classico, caratterizzati da freschezza e versatilità gastronomica. Parallelamente si registra l’ascesa dei vini leggeri e a basso contenuto alcolico, spinta soprattutto dalle nuove generazioni, sempre più attente a moderazione e bevibilità.
Un altro tema centrale è la sostenibilità, che entra in una fase di maturità: secondo Vinarius il mercato premia approcci concreti e misurabili, basati su certificazioni, tracciabilità e packaging sostenibili, mentre perde sempre più efficacia il semplice green washing.
Dal punto di vista dei canali, si rafforza il modello DTC (Direct to Consumer) integrato con l’enoturismo: vendite dirette, esperienze in cantina, wine club e contenuti digitali diventano strumenti fondamentali per costruire relazioni durature con il consumatore finale. Il mercato italiano appare sempre più polarizzato: i vini premium dimostrano una buona tenuta, mentre le fasce base sono chiamate a rinnovare linguaggi, posizionamento e comunicazione.
A livello industriale, Vinarius osserva un consolidamento dei grandi gruppi, sempre più forti anche sui mercati esteri, accanto alla crescita di micro-nicchie ad alto valore, spesso legate a produzioni artigianali e fortemente territoriali. Sul fronte internazionale, sono soprattutto i mercati extra-UE – Stati Uniti, Canada, Corea del Sud e Giappone – a trainare la domanda di vini premium italiani.
“L’analisi Vinarius sui Trend del Vino 2025–2026 - conclude Rossi - restituisce l’immagine di un settore in evoluzione, chiamato a ripensare modelli produttivi, commerciali e comunicativi. In questo contesto si inserisce anche il recente riconoscimento della cucina italiana come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità UNESCO, un traguardo di straordinaria rilevanza che premia la cultura, la storicità e il valore identitario del nostro Paese. Un riconoscimento che rafforza il legame profondo tra vino, gastronomia e territorio, confermando il ruolo centrale del vino italiano come parte integrante di un patrimonio culturale condiviso e riconosciuto a livello internazionale”.
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