Nata la carta di identità del Trentodoc che traccia origine e composizione grazie al progetto Ager vino

Il Trentodoc può vantare una carta di identità che traccia questo vino dal terreno alla bottiglia, e rileva gli oltre 2000 composti volatili che lo caratterizzano. Questo è possibile grazie ad una serie di analisi chimiche e molecolari innovative realizzate nel progetto Ager vino.
Il presidente dell’Istituto Trentodoc, Enrico Zanoni ha dichiarato che: «Si tratta per l’Istituto di una certificazione che permette a Trentodoc di rafforzare in modo indiscutibile la sua origine e la sua identità: la ricerca mette infatti in evidenza elementi, fino ad oggi inesplorati, che rendono oggettivo il legame fra il territorio e le bollicine trentine che, oggi più di ieri, si possono definire di montagna».

Progetto Ager Vino

Per tre anni il progetto ”Nuove metodologie analitiche per la tracciabilità geografica e varietale di prodotti enologici” ha analizzato anche il Trentodoc dalla filiera, al campionamento esteso delle varie case spumantistiche. Sono 200 i campioni analizzati tra suoli, tralci, mosti e vino. Lo studio ha dimostrato il legame tra vino e territorio di origine utilizzando diversi possibili marcatori.

Trentodoc: le scoperte del progetto Acer
- Il profilo dei minerali e i rapporti isotopici rimangono inalterati nel passaggio terreno - pianta fino all’uva e al prodotto finito e cambiano a seconda del territorio. Il vino memorizza attraverso questi marcatori le informazioni geografiche e di composizione del suolo del territorio di origine. D’ora in poi sarà quindi possibile capire con esattezza dove è stato prodotto un Trentodoc semplicemente effettuando queste analisi.
- Mediante tecniche di gascromatografia bidimensionale accoppiata a spettrometria di massa è stata indagata la complessità aromatica del Trentodoc e visualizzata per la prima volta nella sua intera ricchezza: 196 composti, sui quasi 2mila rilevati (prima ne erano conosciuti “solo” 700), caratterizzano e rendono unico Trentodoc rispetto agli altri metodi classici. Differenzianti sono i terpeni, sostanze varietali aromatiche legate all’uva, che si formano con le escursioni termiche durante la maturazione dell’uva, tipiche del clima trentino.
- La ricerca ha permesso di scoprire che il dna del vitigno risulta estraibile e analizzabile non solo dalle viti e dall’uva ma anche dagli intermedi di lavorazione enologica. Questo perché sono stati messi a punto dei particolari sistemi di identificazione varietale basati sull’analisi dell’intero genoma.

Il progetto è stato coordinato dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. di fondamentale importanza sono state le partnership con la Fondazione Edmund Mach e il ministero delle Politiche agricole e forestali. Lo studio sul Trentodoc si è sviluppato nell’ambito della piattaforma Ager - Agroalimentare e ricerca, iniziativa per la ricerca scientifica in ambito agroalimentare sostenuta da un consorzio di 13 fondazioni bancarie italiane.
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16/12/2014
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