La qualificazione della produzione agricola rappresenta sempre il più importante obiettivo da raggiungere per produttori che dedicano, spesso da generazioni, la loro vita al miglioramento dei prodotti. Ma l'eccellenza oltre ad essere ottenuta nei modi riconosciuti deve anche essere mantenuta, protetta, garantita. Ecco il senso e lo scopo della libera unione in consorzio. Il Consorzio di Tutela Vini del Piave nacque, nel 1959, dalla medesima spontanea volontà. Una volta costituito, il Consorzio invitò subito i produttori a migliorare gli standard qualitativi dei vini. Le migliori produzioni dei vini del Piave si presentarono sul mercato munite di marchio consortile che attesta che l'azienda ha sottoposto volontariamente ad apposite commissioni consortili i propri prodotti per gli esami chimico ed organolettico. Nel 1963 la legge dello Stato n.930 intrecciò l'azione delle Camere di Commercio a favore del comparto vitivinicolo con i compiti che il Consorzio volontario di tutela era chiamato a svolgere nello stesso campo. Da allora le attività di natura istituzionale e quelle promozionali furono condotte dai due organismi con un solo comune obiettivo: promuovere la viticultura nelle zone vocate della provincia e valorizzare i vini di qualità sui mercati. Il prodotto di tale impegno è oggi costituito dai vini a denominazione di origine controllata “Vini del Piave”. Il ruolo della Camera di Commercio è soprattutto di garante del rispetto da parte dei produttori delle norme stabilite dal disciplinare di produzione riconosciuto con apposito decreto ministeriale. Inoltre presso l'Ente è istituito l'albo dei vigneti al quale possono venire iscritti, per ciascuna tipologia di vino, i terreni vitati ricadenti nell'ambito del comprensorio di produzione. La prima garanzia consiste pertanto nel rispetto delle quantità massime di uva. La seconda è offerta dall'intervento presso la Camera di Commercio delle apposite commissioni di degustazione composte da tecnici ed esperti che valutano le caratteristiche organolettiche del prodotto in rapporto a quanto è prescritto dal relativo disciplinare di produzione. Solo con un esito di idoneità la partita potrà essere commercializzata con la DOC.
