Nasce in Val di Cembra a Palù di Giovo

Dopo la Confraternita della Vite e del Vino (fondata nel lontano 1958) e dopo la Confraternita di Bacco (1990), una terza Confraternita legata al mondo del vino arricchisce il panorama enoico del Trentino: la Confraternita del Dom Perignon. È stata fondata da un gruppo di vignaioli di Palù di Giovo, terra di campionissimi, che ha voluto ispirarsi a quello che è unanimemente considerato il campione dei campioni delle bollicine: Sua Maestà lo Champagne Dom Perignon della maison Moët-Chandon. Il battesimo ufficiale ha avuto luogo - e non poteva essere altrimenti trattandosi di una consacrazione vera e propria - nell'antica chiesetta di San Giorgio tra i vigneti terrazzati della Valle di Cembra. Il rito, sacro e profano ad un tempo, è stato presieduto da don Claudio Nereo Pellegrini, il «prete operaio» di Palù di Giovo, trentino dell'anno, giunto espressamente dal Belgio, sua terra di missione e apostolato tra i minatori del Limburgo (Fiandre). Don Claudio ha avuto parole di compiacimento per l'iniziativa dei vignaioli di Palù - suggellata con il gemellaggio all'insegna delle bollicine tra la Comunità di Palù di Giovo e l'Abbazia di Hautvillers.

Nell'antica chiesetta di San Giorgio il gemellaggio con l'abbazia di Hautvillers

Al termine del rito religioso il prof. Francesco Spagnolli, preside emerito dell'Istituto Agrario di San Michele, ha tenuto una dotta e applauditissima «Lectio magistralis» partendo dalla foto storica appesa sulla facciata della chiesetta di San Giorgio che ritrae un giovanissimo Francesco Moser (era il 1987) abbracciare l'imponente statua di Dom Perignon. Ricordando quel viaggio a Epernay, Spagnolli ha tracciato un ritratto del monaco benedettino Pierre Pérignon (1638?1715), «cellerario» ed economo dell'abbazia situata sulle colline a nord della Marna, nel cuore della Champagne. Al mitico abate, padre della rifermentazione in bottiglia, è legato uno degli Champagne più conosciuti al mondo: il Dom Perignon.


Mito, leggenda o storia? Se lo è chiesto introducendo la sua «lectio magistralis» Francesco Spagnolli, professore emerito nonchè preside per 25 anni dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige, parlando del monaco benedettino Pierre Pérignon, «cellérier» dell'abbazia di Saint-Pierre d'Hautvillers cui va il merito, nel 1668, all'età di 30 anni, di aver rivoluzionato il sistema di coltivazione dei vigneti dell'abbazia: meno rese per ettaro, vendemmia differenziata sulla base del grado di maturazione delle uve, regolamentazione del concetto di «cru», pressatura soffice, utilizzo della tecnica dell'«assemblage», ricerca di una bottiglia a prova di scoppio per bloccare la pressione delle bollicine. A questo proposito si recò nella natia Argonne (patria delle vetrerie) e la trovò. Infine studiò dei tappi di sughero per la chiusura ermetica della bottiglia, senza la quale la rifermentazione sarebbe stata impossibile.  Tutte intuizioni che hanno portato alla nascita dello Champagne.

La "Lectio magistralis" del professore emerito di S. Michele Francesco Spagnolli

Al calar del sole, attorno ai vigneti che circondano la chiesetta di San Giorgio (qui un tempo, a metà collina, passava la vecchia strada della  Val di Cembra) il Gran Maestro della neonata Confraternita di Palù di Giovo Riccardo Pellegrini e le Donne Rurali della Valle di Cembra hanno dato il via alle «danze» enogastronomiche: affettati, formaggi, sottoli, sottaceti, tortei de patate, crostate, pasticcini, il tutto accompagnato dalle bollicine autoctone dei confratelli di Palù di Giovo che hanno celebrato l'evento stappando «alla volée» le bottiglie di spumante metodo ancestrale prodotte con le uve (Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Meunier) della  Val di Cembra. A coronamento della festa non poteva mancare il botto finale: la stappatura di alcune magnum di Dom Perignon, lo Champagne che ha il potere taumaturgico di emozionare anche gli... astemi.
E così, dopo Aldeno, soprannominata la «Piccola Epernay» del  Trentino, anche Palù di Giovo ora potrà fregiarsi, grazie a Dom Perignon, dell'appellativo di «Piccola Champagne» d'Italia. Prosit!

Giuseppe Casagrande

( foto Mosna )

 Al calar del sole, tra i vigneti terrazzati, il via alle danze gastronomiche
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15/08/2017
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