Definizione: “Il Master of Wine è colui che attraverso un esame rigoroso dimostra di possedere una conoscenza del vino in tutti i suoi aspetti e l’abilità di comunicarlo con chiarezza" L'Istituto londinese Masters of Wine vanta una lunga storia, è stato fondato nel 1955. I suoi obiettivi sono promuovere l’eccellenza, l’interazione e la conoscenza tra le comunità globali del vino

Nel mondo oggi ci sono 299 Masters of Wine di 23 diversi Paesi, stano ma vero, nessun italiano a promuovere le meraviglie del vino.

Finalmente è stata scelta Firenze per ospitare il simposio giunto alla ottava edizione mondiale nel maggio del 2014

Lynne Sheriff, presidente dell’Institute of Masters of wine, ha affermato: "Dopo la Napa Valley nel 2006 e Bordeaux nel 2010, è arrivato il momento di riconoscere, anche con il nostro simposio, il ruolo enologico, produttivo e culturale che l’Italia detiene”.

 

E' stato Il produttore Piero Antinori il presidente dell’ente promotore della candidatura italiana, l'istituto Grandi Marchi, cui aderiscono Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi, Cà del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.

Antinori non può che essere fiero del successo: queste le sue parole "La decisione dell’Institute of Masters of Wine premia tutta l’Italia del vino e conferma il ruolo del nostro Paese nei dibattiti internazionali sulle politiche strategiche di un settore che, con i suoi 10 miliardi di euro di fatturato 2010 e un export di 4,6 miliardi di euro, è uno dei motori fondamentali anche per la nostra economia".

Come afferma Antinori, fatturato ed export del vino italiano parlano chiaro: l'Italia il mercato dell'Italia enoica è chiave per il belpaese.

Eppure se si vanno a guadare i numeri dell'ultimo censimento dell'agricoltura ISTAT 2010 vediamo che in Italia le superfici vitate sono scese del 12% (632mila ettari), rispetto a 10 anni fa.

In prospettiva storica, cioe’ dal 1982 a oggi, l’Italia ha perso il 45% del suo vigneto. Il calo e’ stato del 30% nel Nord e del 50-55% nel Centro Italia e nel Sud. Il calo del 12% si e’ verificato soprattutto in Centro Italia (-18%) e nel Sud-Isole (-16%), contro un calo del 3% nel nord Italia, prevalentemente concentrato nel Nord Ovest.

Inoltre, L’Italia dimezza il numero delle aziende vitivinicole che passano da 791.091 nel 2000 a 383.645 nel 2010 (-51,5%).

 

Secondo voi cosa vogliono dire questi segnali?

 

Riuscirà l'Italia a coniugare numeri e qualità per risvegliare l'economia?

 

Dall'estero, il Master of wine riconosce "il ruolo enologico, produttivo e culturale". Ci auguriamo di riconoscere anche noi le vie per crescere.

 

 

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10/02/2012
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