Grande successo di pubblico per la manifestazione dedicata all'Arcole DOC. Aggregazione, spirito cooperativo, sfide del clima e nuovi mercati i temi del convegno. Svelati i numeri del 2018: +30% di imbottigliato e ettari in continua crescita.

Un pubblico attento e qualificato ha gremito la sala di Villa Gritti a San Bonifacio ieri, 4 dicembre 2018, per l’appuntamento di Arcolè, il nuovo format dove per la prima volta il tradizionale convegno tecnico di fine anno ha incontrato i sapori del territorio in un momento che è risultato una grande festa per l’intera denominazione e che ha visto una partecipazione oltre le aspettative.

Tomasi ha sottolineato come il clima sia cambiato e che sebbene la vite sia in grado di adattarsi a questi cambiamenti, servirà molta ricerca in futuro per mantenere alta la qualità dei prodotti e per fronteggiare al meglio le sfide senza dimenticare la sostenibilità e l’ambiente. Fondamentale secondo Castaldi la gestione della chioma, richiamando la necessità per i viticoltori di accrescere le proprie competenze agronomiche nell’ottica della salvaguardia delle caratteristiche organolettiche dell’uva a partire dall’acidità che viene compromessa per prima dalla alte temperature.

E di mercati ha parlato Luca Cielo, direttore generale del gruppo Collis che ha confermato l’ottimo stato di salute della denominazione, partita da 1500 ettari e che ora con i suoi 4.500 ettari è una scommessa vinta per un territorio che negli ultimi 20 anni ha visto questa DOC prima essere funzionale per la valorizzazione del territorio e ora invece diventare unoccasione di aggregazione e di profonda appartenenza a un sistema vitivinicolo come quello veneto che rappresenta la locomotiva di tutta Italia in termini di penetrazione dei mercati esteri. Numeri in crescita e sempre maggiore interesse da parte dei consumatori per le tipologie prodotte fanno ben sperare per il futuro. Ruolo strategico quello del Consorzio Tutela, al quale è stata riconosciuta la capacità di accompagnare la crescita di questo territorio superando le varie sfide che si sono affacciate negli anni, tenendo sempre alta l’attenzione sulla denominazione berico scaligera.

Stefano Faedo, presidente della DOC ha invece puntato sulle importanti modifiche del disciplinare di produzione, ora al vaglio del Ministero e che porteranno a una sostanziale semplificazione delle tipologie, puntando su signature products quali l’Arcole Spumante DOC e il Nero d’Arcole DOC, che risultano essere i fiori all’occhiello della produzione.

Siamo una DOC molto giovane ma nello stesso tempo lo spirito aggregativo che ci unisce ci permette di fare grandi cose – spiega Faedo– Arcolè è il primo appuntamento di una serie di eventi che faremo sul territorio per far conoscere sempre di più i nostri prodotti e fare in modo che siano presenti tutti i giorni sulle tavole»

Il brindisi finale con sabrage è stato fatto dai 3 sommelier di Telearena Enrico Fiorini, Marco Scandogliero e Gianluca Boninsegna che assieme a Roberto Pasini, presidente della Strada del Vino Arcole DOC ha dato il via alla seconda parte della serata che ha visto protagonisti i sapori del territorio. I soci della strada Bertelli Salumi, lEnte Fiera Arcole, il consorzio Radicchio di Verona IGP, IL Consorzio tutela Formaggio Monte Veronese DOP, la Gastronomia I giovani Leoni, la COB (consorzio ortofrutticolo di Belfiore, la casa del Dolce Bertolini e Figli e la Pasticceria il Principehanno deliziato i presenti con i prodotti tipici che queste terre possono dare, abbinando ogni pietanza con lo Chardonnay, l’Arcole DOC spumante e il Nero d’Arcole DOC.

Di particolare interesse gli interventi di Diego Tomasi, ricercatore Crea e Riccardo Castaldi responsabile agronomico del Gruppo Cevico.
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06/12/2018
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