Oltre 300 wine lovers indirizzano ai candidati alle Europee 10 richieste tecniche, elaborate dall'imprenditore vitivinicolo Sandro Bottega, uno dei più profondi conoscitori del settore, a capo di dell'omonimo gruppo veneto, che ha vergato il decalogo.
I temi individuati da Sandro Bottega vanno dalla capacità produttiva alla sostenibilità, dalla semplificazione delle norme al rafforzamento dei controlli.
Le issues sono state poi sottoposte a 300 wine lovers in collaborazione con la testata specializzata in marketing e pubblicità Spot and Web.
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Dallo studio effettuato su un panel di 300 wine lovers ed appassionati, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, emerge che sono molte le ragioni di questo successo planetario del Prosecco, ma al contempo sarebbero altrettanti i margini di miglioramento all'insegna della qualità e della creazione di valore.
Vediamo la classifica delle 10 priorità per migliorare sempre più la qualità del Prosecco, che i wine lovers indirizzano ai candidati alle Europee; e che, se accolte dal PE, farebbero bene a tutti: ai consumatori ma anche ai produttori, permettendogli di superare il "complesso di inferiorità" rispetto allo champagne.
Al primo posto (52% degli internauti) troviamo la "promozione dell'unicità e della versatilità del Prosecco": freschezza, bassa acidità, poco grado alcolico, profumi fruttati, genuinità si accompagnano bene ad ogni ricetta di ogni regione italiana, rappresentando tutta la nazione in un sol bicchiere.
Al secondo posto, i wine-lovers suggeriscono di "non aumentare ulteriormente la produzione" (46% degli internauti) perché, come insegnano i grandi rossi italiani, per creare valore si deve lavorare soprattutto sulla qualità e non solamente sulla quantità.
Al terzo gradino del podio c'è "tutelare la coltivazione con sistemi biologici o sostenibili" (per il 43%) per essere sempre più attenti a preservare veramente il territorio.
Al quarto posto c'è la "semplificazione delle norme ma rafforzare i controlli da parte delle autorità ed inasprire le pene per le frodi" (lo pensa il 38%), visto che oggi sono 23 gli enti di controllo diversi.
Quinto posto per "Costruire un'università o un'accademia del prosecco" (34%), per migliorare la capacità tecnica degli imprenditori, per costruire nuove generazioni di enologi e una costante evoluzione tecnica.
Sesto posto (per il 29%) complice la sua acclarata notorietà mondiale "utilizzare il prosecco in tutte le manifestazioni pubbliche internazionali come vino della pace", cioè donato dall'Italia a tutti i Capi di Stato in visita in Italia.
Al settimo posto troviamo "costituire un comitato di promozione fatto di esperti di marketing e non di tecnici" (per il 25%), che tolgano per esempio gli attuali limiti alla creatività del packaging e delle etichette.
Ottavo posto "Tutelare la denominazione nei paesi che non rispettano il WTO" (18%), Australia e Brasile in primis.
Al nono posto, introdurre la possibilità di "produrre un Prosecco Riserva e un Prosecco metodo classico con 12 mesi di fermentazione" (secondo il 16% dei pareri).
Decimo posto (per il 7%) "Limitare la produzione delle società cooperative alla metà dell'intero mercato", per poter puntare sempre più sulla qualità e sulla creazione di valore.
19/07/2012
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