Nero d’avola

Questo vitigno probabilmente fu portato nell'isola dai greci, durante la loro dominazione, e piantato nella zona dei Giardini Naxos, da cui poi si diffuse in tutta la Sicilia. La prima testimonianza scritta si deve all' abate francescano Francesco Cupani, importante botanico, che nel 1696 redasse la prima classificazione delle uve coltivate in regione. Nel registro nazionale delle varietà di vite è indicato come "Calabrese", ma questo non dipende da un'origine nella regione dall'altra parte dello stretto, bensì da una traduzione errata del termine dialettale calaurisi, risultante dall'unione delle parole calea (uva) e aulisi ("proveniente da Avola", in provincia di Siracusa). Secondo un'altra tradizione il nome deriverebbe dalla famiglia dei Calabrese, originaria della zona di Modica, che estendeva i propri possedimenti fino ad Avola e coltivava in modo estensivo proprio questo vitigno. Attualmente il Nero d'Avola è coltivato in tutta la Sicilia ed è probabilmente il vino rosso più rappresentativo dell'isola. Ha una pianta foglia medio-grande, di forma cuneiforme e pentagonale, con grappolo da medio a grande, cilindrico o cilindro-conico, alato e mediamente compatto e acini medi ed ovoidi, con buccia pruinosa di colore blu-nero.

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