"Non credo serva mettere un bollino per risolvere il problema dell'abuso. Altri esempi non sono stati risolutivi, se non per fare stare bene le coscienze dei burocrati europei e degli stati promotori".
"Nel caso degli alcolici, vino incluso, bisogna ricordarci che sono prodotti legati alla cultura e storia delle regioni e dei popoli europei. Come il Calvados, l'Armagnac e Cognac in Francia, il Whisky in Irlanda e Scozia, l'Acquavite in Germania, la Grappa in Italia, le Birre e Sidri nel Nord e Centro Europa. Si tratta di un valore storico e culturale per tutta l'Europa che non va demonizzato ma valorizzato e conosciuto, soprattutto dai giovani, alla stessa stregua delle eccellenze alimentari. Anche su queste ultime c'è, purtroppo, un tentativo di stigmatizzare la qualità con altrettanti bollini e punteggi. È la cultura e la conoscenza, la base dei cambiamenti nelle abitudini di consumo.
Non dimentichiamoci che i prodotti enogastronomici di qualità rappresentano anche la conservazione e la tutela di vaste aree geografiche, di territori unici, che sono patrimonio di tutti" - continua de la Gatinais.
L'Irlanda potrà inserire sulle etichette degli alcolici, avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e sul rischio del consumo in gravidanza, warnings simili a quelli che si trovano sui pacchetti di sigarette. Il via libera è arrivato dopo che, nel giugno scorso, l'Irlanda aveva notificato la norma sui cosiddetti "health warnings" per vino, birra e liquori alla Commissione europea. Finito il periodo di moratoria, senza riscontrare opposizioni dall'organo esecutivo europeo, nelle scorse settimane è stato ufficializzato il via libera.
Secondo gli ultimi dati 2021-22, l'export rappresenta oltre il 50% delle vendite degli associati di Assovini Sicilia. L'Europa è il primo mercato di destinazione per il 45% degli associati, seguito da America (31%), Asia (16%), Oceania (6%), Africa (2%).
"Non credo che gli health warnings siano una minaccia all'export del vino siciliano-continua de la Gatinais. Vorrei che l'Unione Europea fornisse una risposta unitaria, matura e cosciente senza lasciare la questione in mano ai singoli stati generando messaggi disomogenei e fuorvianti. Mi piacerebbe vedere un primo nutriscore sull' Acheta domesticus e il Tenebrio Molitor, sui quali l'Europa è stata molto snella circa l'autorizzazione nella filiera alimentare. Per me, il Grillo rimane quello che bevo nel bicchiere" - conclude de la Gatinais.