A Cannubi un'imprenditrice è l'"Astemia pentita" ora devota al Barolo. La sua cantina, progettata dall'architetto Arnaudo è formata da due megastatole. Questa la prima cantina pop delle Langhe ma l'opera suscita reazioni contrastanti.


Cos'è L'Astemia Pentita del Barolo?
Nel prezioso cru di Barolo, Cannubi, sono comparse due megascatole di vino sovrapposte con la grande scritta a caratteri cubitali: «L’astemia pentita». Questa è la nuova architettura del vino firmata dall’architetto cuneese Gianni Arnaudo, che ha giocato disegnando due cassette portabottiglie in legno e pietra che ospiteranno gli uffici e la sala degustazione, mentre il resto della cantina è tutto sottoterra.

Chi è l'Astemia Pentita?

«Ero un’astemia convinta - dice la titolare Sandra Vezza -, ma per amore delle Langhe mi sono pentita e convertita al Barolo. Qualche anno fa ho avuto l’occasione di comprare un podere e ho scoperto di avere un’altra grande passione, oltre al design. E quando mi sono messa a produrre vino, ho pensato di farle convergere».
«L’astemia pentita» è proprio l'imprenditrice albese Sandra Vezza, che ha un trascorso professionale nel settore alimentare con Italgelatine e nel design con lo storico marchio Gufram.

Commissionare l'insolito: la risposta dell'architetto Arnaudo

«Volevo una cantina diversa dalle solite e gli chiesi di portarmi un progetto che non esistesse, che pensasse a una soluzione che fosse davvero nuova e che costituisse un forte segno architettonico» ha dichiarato l'imprenditrice, che si è rivolta al suo amico architetto Arnaudo che ha accolto la sfida con piacere: «Le Langhe sono un luogo magnifico per fare questi esperimenti che guardano alla modernità».

A Barolo la modernità? C'è chi apprezza e chi no
La Biennale di Venezia ha accolto con favore «L’Astemia pentita», ma la nuova architettura è decisamente ardita per un territorio da poco diventato ufficialmente Patrimonio dell'Umanità. L'imprenditrice e l'architetto avevano previsto già in fase progettuale che l'iniziativa potesse suscitare reazioni forti. Maria Teresa Mascarello è una delle voci più contrarie: «Sono sempre più allibita e sconsolata. Siamo diventati patrimonio dell’Unesco da meno di un anno e festeggiamo spacchettando questo ennesimo sfregio all’ingresso del paese simbolo del vino Barolo. Prima c’era una vecchia cascina, ora ci sono due quadrilateri che vogliono farci passare per opere d’arte e una scritta di dubbio gusto». E aggiunge: «Ormai Barolo è destinata a diventare la via Montenapoleone del vino e a perdere definitivamente la sua anima di paese agricolo. Se questa è la Langa del futuro, c’è da chiedere aiuto».




Fonte foto: La Stampa

Fonte Notizia e citazioni: La Stampa
http://www.lastampa.it/2015/02/03/societa/le-langhe-si-dividono-sulla-cantina-pop-mSlJN9pstv6BXGjy5IhCDL/pagina.html



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03/02/2015
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