Una nuova ricerca Qualivita, promossa dal Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato, fotografa il valore della DOCG, le azioni promotrici del Consorzio e l'impatto sul territorio.

Una storia antichissima quella della Barbera d'Asti DOCG che si proietta nel futuro grazie a valori produttivi ed economici importanti e in crescita e alle buone pratiche messe in atto dal Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato: questo in sintesi è ciò che emerge da una nuova ricerca della Fondazione Qualivita.

Prima fra le Barbera del Piemonte per i volumi certificati, la Barbera d'Asti DOCG nel 2019 ha visto attestare a 21 mln € il valore della sua produzione certificata sfusa, a fronte di 164 mila hl di prodotto a denominazione, frutto del lavoro di oltre 3.000 operatori (circa il 30% di quelli piemontesi), disposti in 167 comuni tra le province di Asti e Alessandria. Risultati importanti e in crescita: il valore della produzione certificata sfusa della Barbera d'Asti DOCG è cresciuto del +28% nel corso ultimi 5 anni, quasi dieci punti in più del valore relativo a tutta la produzione a denominazione d'origine del Piemonte.

Questa crescita del valore ha due principali motivazioni: una buona progressione dei prezzi e una buona tenuta dei mercati sia nazionali che esteri. Sul prezzo in particolare si assiste ad una variazione di +44% per la Barbera d'Asti DOCG, considerando la media dei prezzi media 2010-2014 e quella 2015-2019, a fronte di un incremento dei prezzi dei vini DOC-DOCG italiani del +27%.

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21/11/2020
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